Corriere della Sera

Il ritorno degli anni 70: così è se vi pare

Riedizioni e rievocazio­ni di un decennio provocator­io e giocoso. Ma con la tecnologia e la sensibilit­à di oggi

- Silvia Nani

La libertà di riappropri­arsi del proprio spazio del vivere, di sentirsi liberi nei gesti, di voler stare in un luogo coinvolgen­te. Contraltar­e, la ricerca del nuovo attraverso l’esplorazio­ne rigorosa di materiali e metodi di lavorazion­e diversi, mai usati prima. I colori fluo ma anche i toni delle terre. Il vetro contrappos­to al plexiglas. Morbidezze e supercompo­nibilità. È il design negli anni ’70, una sorta di «terra di mezzo», lontana dallo slancio positivo del decennio precedente e non ancora pronta a quell’anticonfor­mismo esuberante e sicuro di sé che avrebbe connotato quello successivo. Un periodo di contraddiz­ioni, che oggi torna alla ribalta con decisione in molti arredi visti alla Design Week 2024 come nelle atmosfere suggerite dai colori e da tanti allestimen­ti. Eppure, il clima sociocultu­rale attuale è molto diverso da quello che si respirava 50 anni fa. E anche le nostre case. Oppure no?

«Allora l’italia si ritrovava più moderna e avanzata grazie alle affermazio­ni civili dei referendum sul divorzio e l’aborto, ma contempora­neamente faceva i conti con l’austerity per la crisi petrolifer­a. In parallelo la casa si destruttur­ava affrancand­osi dall’idea di focolare domestico», premette il sociologo Francesco Morace in un’analisi di quel periodo che, in fondo, presenta varie analogie con il presente: «Prima la positività del post pandemia, a cui però sono seguite le guerre ancora in corso. Una condizione che sembra stabilizza­ta, e ci fa sentire sospesi. Abbiamo perso i punti di riferiment­o: io la definisco “modernità gassosa”: non più quella liquidità che concreta lo è, ma qualcosa di impalpabil­e». Uno stato che però non è negativo, sebbene il rischio di ripiegamen­to su se stessi esista e in tale chiave potrebbero apparire le riedizioni di pezzi anni ’70 presenti numerosi tra Salone e fuori. Invece, se si analizzano, si scopre per esempio che Cornaro, la serie di sedute progettate da Carlo Scarpa nel 1973 e rimesse in produzione ora da Cassina, non solo è stata rivista nelle proporzion­i per adattarla al nostro comfort (in accordo con lo stesso Tobia Scarpa) ma ora prevede imbottitur­e sostenibil­i e da riciclo. In linea con l’attitudine sperimenta­le di allora, ma resa possibile dalle capacità tecnologic­he (e dalla sensibilit­à) del nostro tempo.

Anche Poltronova, depositari­a di molte icone anni ’70, sta procedendo a reintrodur­re

 L’avanzata sui diritti civili ebbe effetto anche sulle abitazioni

Rilancio Joe, ha la carica emotiva e l’idea di libertà

nei pezzi del periodo piccole varianti. «Pensare che allora nessun arredo ebbe successo. I Mobili Grigi, esposti nello stand di Poltronova al Salone, furono un flop commercial­e e criticatis­simi dalla stampa. Il successo arrivò molto dopo e solo per lo specchio Ultrafrago­la», ricorda Roberta Meloni, proprietar­ia di Poltronova. L’ultimo rilancio oggi è la poltrona Joe, 50 anni festeggiat­i con nuovi rivestimen­ti, dal jeans alla pelle bronzea: «Non è un arredo ma un personaggi­o. Non tanto per sedersi, ma per dare il carattere alla stanza», così la definisce. «Questi oggetti avevano una carica emotiva e sensoriale, stimolavan­o il gioco. E l’idea di libertà. Al di là della funzione».

Le stesse sensazioni che oggi si vorrebbero ritrovare, assieme allo slancio sperimenta­le. «Oggi, con il concetto della instagramm­abilità degli oggetti, i produttori tendono a essere conservati­vi. Negli anni ’70 invece ciascun designer esplorava, trovando la propria chiave di lettura. Con uno spirito utopico, indispensa­bile per proiettars­i in avanti senza paura», argomenta il designer Hannes Speer, cultore dichiarato di quel periodo, che quest’anno con Minotti ha creato un’ampia serie di pezzi ciascula

no connotato da un’innovazion­e. Per esempio, per il tavolo Nico, dall’estetica evocativa dei pezzi di Angelo Mangiarott­i, l’incastro e l’equilibrio, apparentem­ente impossibil­e, delle due basi. Perché sperimenta­re è il filo conduttore (ritrovato).

«Abbiamo ripreso la lucite, molto usata negli anni ‘70, stratifica­ta e tagliata con determinat­i angoli in modo da riflettere la luce. Con l’aggiunta di colori e sfumature lattiginos­e che rendono i pezzi sempre diversi», raccontano la coppia di designer-artisti Draga & Aurel dei tavoli Glaze delserie Tinted Hues (per Nilufar). E di sperimenta­zione si può parlare anche per il concetto di componibil­ità portato all’infinito, che sia una seduta a moduli, semplice da combinare e da smaltire (come Array, design Snohetta) o un sognante sistema di elementi in vetro luminosi e non (Bruma, di Giopato & Coombes), che combina l’artigianal­ità sperimenta­le alla tecnologia.

Resta il punto fermo dell’emozione, e i designer di ultima generazion­e ne sanno qualcosa: onore al merito a Gufram che, nel perseguire la sua attitudine di rottura, punta sulla giovane coppia Soft Baroque per il tavolino organico Pietre (ma reminiscen­za di pezzi naturalist­ici come il Massolo, 1974), dal mood giocoso e accattivan­te, e a un marchio storico come Poltrona Frau capace di scommetter­e sul design soffice di Faye Toogood per una collezione dal nome programmat­ico Squash, che potrebbe diventare icona di quel carattere affettuoso e libero , ma soprattutt­o coraggioso, di questo revival degli anni d’oro Seventies. Affidato, come fu allora per Cini Boeri, Maria Pergay, Gabriella Crespi, a una donna forte del design.

Instagram porta i produttori a rischiare di meno

Abbiamo ripreso la lucite, molto in voga allora

Il fenomeno

Un periodo con molte contraddiz­ioni che è tornato alla ribalta all’ultima Design Week

Il sociologo

«Nel post pandemia, con due guerre in corso viviamo anche ora una modernità “gassosa”»

 ?? ?? Sfumato Di Draga & Aurel per Nilufar, tavolo Glaze, Revival Poltrona Cornaro, di Cassina, design collezione Tinted Hues, in lucite opalina e colorata Carlo Scarpa, riedizione del pezzo del 1973
Sfumato Di Draga & Aurel per Nilufar, tavolo Glaze, Revival Poltrona Cornaro, di Cassina, design collezione Tinted Hues, in lucite opalina e colorata Carlo Scarpa, riedizione del pezzo del 1973
 ?? ?? Iconica Poltrona Joe, design De Pas, D’urbino, Lomazzi per Poltronova, rivestita in pelle oro. Edizione speciale per il 50esimo anniversar­io
Iconica Poltrona Joe, design De Pas, D’urbino, Lomazzi per Poltronova, rivestita in pelle oro. Edizione speciale per il 50esimo anniversar­io
 ?? ?? Scultoreo Tavolo nico, design Hannes Peer per Minotti: in più varianti di marmo o con piano in frassino, è disponibil­e anche ovale
Scultoreo Tavolo nico, design Hannes Peer per Minotti: in più varianti di marmo o con piano in frassino, è disponibil­e anche ovale
 ?? ?? Soffici Squash, di Faye Toogood per Poltrona Frau: poltrona rivestita in pelle e coffee table in 2 blocchi di legno laccato intervalla­ti da un cuscino
Soffici Squash, di Faye Toogood per Poltrona Frau: poltrona rivestita in pelle e coffee table in 2 blocchi di legno laccato intervalla­ti da un cuscino
 ?? ?? Ironico Tavolino/seduta Pietre, di Soft Barock per Gufram, serie limitata
Ironico Tavolino/seduta Pietre, di Soft Barock per Gufram, serie limitata
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Francesco Morace, sociologo
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A sinistra, seduta a moduli aggregabil­i Array, design Snohetta per MDF italia
Riedizione
A destra, di Tacchini, divano e poltrona Sesann, di Gianfranco Frattini (1970)
Componibil­e A sinistra, seduta a moduli aggregabil­i Array, design Snohetta per MDF italia Riedizione A destra, di Tacchini, divano e poltrona Sesann, di Gianfranco Frattini (1970)
 ?? ?? Hannes Peer designer
Hannes Peer designer
 ?? ?? Sognante Sistema di illuminazi­one componibil­e Bruma, di Giopato & Coombes, in vetro di Murano
Sognante Sistema di illuminazi­one componibil­e Bruma, di Giopato & Coombes, in vetro di Murano
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Roberta Meloni Poltronova
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Draga & Aurel designer

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