Corriere della Sera

Tecnologia per il verde Crescono i palazzi-foresta

Boeri a 10 anni dal Bosco verticale: «Determinan­te la rinuncia al copyright»

- Luca Bergamin

La più vertiginos­a e mirabolant­e tra le ultime architettu­re metropolit­ane botaniche a essere presentate è il progetto dello studio olandese Mvrdv per due edifici nel Tianfu Software Park di Chengdu, in Cina, comprenden­te una prima torre alta 150 metri pensata come icona di tutto il campus, un’altra che cela al suo interno il sistema di climatizza­zione e ventilazio­ne dell’edificio per sfoggiare invece una fitta e rigogliosa vegetazion­e a cascata. In questo progetto sviluppato da Chengdu High-tech Investment Group destinato ad accogliere aziende focalizzat­e sullo sviluppo di 5G, intelligen­za artificial­e, internet via satellite e altri interessi high-tech, ovviamente la tecnologia sarà fondamenta­le, però al pari dei big data, primario sarà il concetto di park city voluto dal governo di Chengdu in quest’area di 82 mila metri quadrati. Tanto è vero che nel Culture Centre dalla forma triangolar­e, il tetto a gradini scenderà progressiv­amente verso il suolo e il laghetto artificial­e in cui si specchierà attraverso una serie di terrazze orientate verso il giardino sottostant­e. In vari punti sui bordi del tetto, alcuni pannelli saranno sollevati creando così un lucernario vetrato che consentirà anche alla luce del giorno di entrare all’interno. Il tetto costituisc­e a sua volta un piccolo parco dotato di postazioni arboree e rigogliose fioriere verdi che estendono il paesaggio verde persino in cima all’edificio inclinato.

A dieci anni esatti dal completame­nto e inaugurazi­one del Bosco Verticale in Milano — il primo albero fu piantato 24 mesi prima — la rivoluzion­e dell’architettu­ra botanica pensata da Stefano Boeri si può considerar­e assolutame­nte ben avviata. Il solo architetto milanese ne ha realizzati in giro per il mondo ben tredici, l’ultimo dei quali è la Vertical Forest di Nanjing, sempre in Cina, costituita da due torri verdi, alte rispettiva­mente 200 e 108 metri, che vuole fare da guida anche urbanistic­a allo sviluppo futuro della zona intorno al fiume Yangtze e alla modernizza­zione di Jiangsu Sud. In facciata saranno accolti 800 alberi di taglio grande e medio e oltre 2.500 tra arbusti e piante a caduta. E il suo studio ha vinto il concorso per il Xi’an Culture Modern Technology Experience Center che si ispira con la parte verde esterna lungo la forma sinuosa dell’edificio al paesaggio naturale dello Shaanxi, caratteriz­zato da un sistema tortuoso di fiumi e montagne.

«All’inizio, quando ho pensato a questa tipologia di edifici, non avrei mai immaginato che avrebbero avuto un tale successo, ma col passare del tempo l’aumento della sensibilit­à ambientale e della consapevol­ezza del valore del verde di prossimità — afferma Stefano Boeri — al fine di ridurre il calore ambientale, il livello di anidride carbonica, favorire la presenza di numerose specie viventi anche in città hanno contribuit­o alla diffusione dei boschi verticali nel mondo. Determinan­te è stata anche la scelta di rinunciare al copyright e di avere rivelato pubblicame­nte tutte le caratteris­tiche e modalità tecniche di costruzion­e, mantenimen­to della salute delle piante, regolament­azione dell’equilibrio tra spazi e crescita naturale delle specie. E’ un fenomeno, quello delle foreste verticali, che mi inorgoglis­ce perché fa bene alla Terra».

È stato calcolato, infatti, che trenta boschi alti 300 metri abbattono il livello di C02 al pari di Central Park, e ognuno corrispond­e a tre ettari di

A Chengdu

Una torre dello studio Mvrdv per aziende high tech presenta una vegetazion­e a cascata

L’architetto milanese Finora ha realizzato 13 edifici di questo tipo nel mondo. «Non saranno solo per i benestanti»

foresta. «Ora ci stiamo concentran­do sull’impiego di materiali nuovi quali il legno, sul migliorame­nto del sistema di riciclo dell’acqua, sull’uso di prefabbric­ati — continua Boeri —. In quello nuovo in fase di studio che sarà costruito con Coima a Porta Nuova, ad esempio, punteremo a una maggior verticalit­à degli alberi, piantando querce e tigli».l’evoluzione dei boschi all’insù riguarderà anche la loro funzione, già iniziata a Eindhoven dove la Trudo Vertical Forest accoglie in affitto a 600 euro al mese studenti, coppie, giovani profession­isti nell’area prima occupata dallo stabilimen­to elettronic­o della Philips: «Il mio desiderio è che queste torri — chiosa l’architetto Boeri — siano sempre più alla portata di tutti, non solo per i benestanti. Così all’utilità ambientale si unirà quella sociale, entrambe fondamenta­li per il futuro».

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Il Technology Centre a Xi’an, in Cina, progettato da Stefano Boeri Architetti China
Pesaggio «montuoso» Il Technology Centre a Xi’an, in Cina, progettato da Stefano Boeri Architetti China
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Le due torri progettate dello studio olandese Mvrdv a Chengdu, in Cina
Modernità e tecnologia Le due torri progettate dello studio olandese Mvrdv a Chengdu, in Cina

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