Corriere della Sera

Aggiungi un posto a tavola. In galleria

Le cene di Glauco Cavaciuti a Milano. «Così tolgo la soggezione verso l’arte contempora­nea»

- Michela Proietti

Dall’ultima Cena alla Zuppa Campbell, l’arte è popolata da un immaginari­o legato alla tavola. Claes Oldenburg scolpiva coni gelato sui tetti di Colonia e Frida Kahlo era celebre per il dentice che cucinava nella sua casina blu. Contaminaz­ioni che in un modo o nell’altro devono essersi fatte strada nella mente di un gallerista milanese. Glauco Cavaciuti, 52 anni, appena nominato nel consiglio del Maga di Gallarate come rappresent­ante del Ministero dei Beni Culturali, mette in pratica la massima attribuita ad Oscar Wilde: «I migliori affari si concludono a tavola». In via Vincenzo Monti, mappata come una delle strade con il reddito pro capite più alto d’italia, ha deciso che il business veniva per secondo. «Prima ho voluto ridare significat­o ai momenti insieme e togliere quella soggezione verso l’arte delle gallerie più seriose». Sono nati così gli inviti a tavola in galleria, dove si parla di arte, attualità e «cose della vita». Un salotto per intrattene­re senza annoiare, con un sottofondo di arte contempora­nea. «C’è molto del mio vissuto in questo modo di lavorare: già da piccolo, figlio di genitori che cambiavano spesso città, dovevo trovare un modo per essere ben voluto. Mi chiamavo Glauco, ero il nuovo arrivato e avevo i capelli rossi...».

Il mestiere di mercante d’arte si è fatto strada poco a poco. Prima come ragazzo di bottega per la casa d’aste Semenzato, poi con una galleria propria, dedicata alla pittura dell’800. «Avevo fiuto e fortuna: entrai in contatto con due straordina­ri dipinti di Hayez, di proprietà di una mia amica. Quando suo padre si decise a venderli mi diede l’incarico: oggi uno è alle Gallerie d’italia». Ad un certo punto, a 30

anni, ha cercato la chiave per parlare ai suoi coetanei: l’ha trovata con l’arte contempora­nea. «Ho aperto la mia prima galleria in via Monti con una mostra sulla Cracking Art: rappresent­ava quello che penso dell’arte, che non è solo

un investimen­to, ma un piacere». È stata proprio la tavola a dare il giro di vite. «Volevo una cucina in galleria, ma ebbi lo sfratto: trovai dall’altra parte della strada uno spazio ancora più bello e con una cucina!». Da Alighiero Boetti a

Carla Accardi, fino ai milanesi Riccardo Gusmaroli a Bixio Braghieri: la sua galleria è diventata un crocevia di arte capace di attrarre. «Un giorno una signora mi ha citofonato un po’ sbrigativa: “voglio quel quadro in vetrina, è perfetto per me”. Quella volta ho capito che sono le opere d’arte a cercare noi». Oggi scommette su Renata Boero e Pietro Terzini, che propone una sinergia tra arte, social e moda. «In una settimana abbiamo avuto 10 mila visitatori».

La sua Milano è fatta di luoghi come il Museo del ‘900 e la Casa Museo Boschi, «dove mi rifugio nei miei momenti più riflessivi». Secondo la massima di Oscar Wilde, alle sue cene si sono anche realizzati ottimi affari. «Una volta venne un ospite portato da un amico: non fece troppe domande, ma il giorno dopo comperò quasi tutto quello che c’era esposto». Tra i progetti c’è quello di rendere il Maga un museo organico alla città di Milano. «Se fossimo a New York sarebbe considerat­o un museo cittadino e non di Gallarate». L’idea di sdoppiarsi ogni tanto si affaccia. «Mi hanno proposto di aprire all’estero, ma a me piace rimanere in via Monti, per aspettare i miei amici e i clienti».

Il primo luogo

«Ho cominciato a 30 anni con la Cracking Art Volevo una cucina ma mi arrivò lo sfratto»

 ?? ?? Placé Glauco Cavaciuti a cena con gli ospiti in Galleria: dietro, opere di Mimmo Rotella e di Stefano di Stasio. In alto, Cavaciuti «a tavola» con un’opera di Alighiero Boetti, alle spalle Arduino Miscioscia e un busto neoclassic­o raffiguran­te Giove Tonante
Placé Glauco Cavaciuti a cena con gli ospiti in Galleria: dietro, opere di Mimmo Rotella e di Stefano di Stasio. In alto, Cavaciuti «a tavola» con un’opera di Alighiero Boetti, alle spalle Arduino Miscioscia e un busto neoclassic­o raffiguran­te Giove Tonante

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