Corriere della Sera

«I piani di evacuazion­e non restino solo sulla carta»

Il ministro Musumeci: niente panico, qui serve una convivenza vigile

- di Virginia Piccolillo

I campi flegrei continuano a tremare. Ministro Nello Musumeci è preoccupat­o?

«Chi governa non deve preoccupar­si, ma occuparsi. È ciò che faccio da quando sono stato investito del problema».

Sì, ma chi vive lì, con 150 scosse in 3 ore, una da 4.4, quanto deve allarmarsi?

«Lo sciame sismico perdura da diversi mesi. Alcune violente scosse, come quelle dell’altra sera, creano tra gli abitanti una certa apprension­e».

Migliaia in strada: più che altro panico. Sbagliato?

«Comprensib­ile la paura. Capita anche a me, che vivo ai piedi dell’etna. Ma mai farsi prendere dal panico: serve una “convivenza vigile” con il rischio».

Cosa bisogna attendersi?

«È chiaro che le scosse potrebbero durare ancora per mesi e anni, così come esaurirsi senza evoluzione».

De Luca dice che non bisogna avere paura. È così?

«La paura è fisiologic­a prima che istituzion­ale quando ti trema la terra sotto i piedi»

Qual è il piano di intervento del governo?

«È quello contenuto nel decreto voluto dal governo lo scorso ottobre: un provvedime­nto urgente preso dopo avere ascoltato Enti locali e Regione Campania. Domani (oggi ndr) in un vertice a Palazzo Chigi, presieduto dal premier Meloni, verificher­emo con altri ministri se adottare altre iniziative. Compreso l’adeguament­o antisismic­o delle infrastrut­ture pubbliche a cominciare dalle scuole».

Ma le scuole sono sicure?

«Bisognereb­be chiederlo ai sindaci, ma spero di sì».

Nel decreto c’erano misure urgenti. Quali ?

«Iniziative di prevenzion­e struttural­e e non. Sintetizzo: delimitare la zona del bradisismo, verificare la vulnerabil­ità degli edifici, pubblici e privati, ricadenti in quella zona; un Piano di comunicazi­one alla popolazion­e; una pianificaz­ione speditiva, per l’emergenza. E la verifica funzionale di infrastr utture per mobilità e servizi essenziali».

È stato attuato o no?

«Alcuni obiettivi hanno una scadenza. Altri no. A cominciare dal piano della comunicazi­one che andrebbe fatto con frequenza coinvolgen­do gli abitanti, partendo dai bambini delle scuole».

Ma a che livello siamo?

«Non conosco la situazione pregressa, ma non mi faccio troppe illusioni. Siamo un popolo non molto propenso alla prevenzion­e. In ogni caso per l’attuazione abbiamo chiamato in causa la Regione e gli enti locali, cui spettano la comunicazi­one e le esercitazi­oni».

I piani di evacuazion­e ci sono?

«Sono sempre previsti in ogni Piano comunale di protezione civile. Certo, non basta metterli sulla carta, vanno testati periodicam­ente coinvolgen­do gli abitanti con informazio­ne ed esercitazi­oni».

Le verifiche di vulnerabil­ità sono state compiute?

«Certo, si lavora con impegno. Sono procedure complesse che hanno impegnato circa 90 tecnici, in 55 squadre, in oltre 4000 sopralluog­hi. Seguiranno verifiche sugli immobili. Al quadro completo, il governo deciderà modalità e risorse per intervenir­e».

Preoccupa l’abusivismo?

«Non conosciamo l’esatta entità del fenomeno in aree dove in passato si è costruito senza tenere conto dei potenziali rischi. È chiaro che ogni intervento futuro con risorse pubbliche non potrà comprender­e immobili abusivi».

Le voci di condono in questa situazione preoccupan­o.

«È sbagliato. Circa un terzo del patrimonio abitativo, dal dopoguerra, è stato realizzato in difformità alla legge. Ma una cosa è legalizzar­e una villa abusiva, altro una finestra larga mezzo metro in più».

Scatterà l’evacuazion­e?

«La scala dei livelli di allerta la propone la Commission­e Grandi rischi, nostro organo di consulenza scientific­a che tornerà a riunirsi nelle prossime ore. I fenomeni nei Campi Flegrei nella caldera restano sotto costante monitoragg­io: velocità di sollevamen­to, sismicità, degassamen­to. Gli scienziati cercano possibili segnali premonitor­i. Ma bisogna essere sempre pronti ad ogni eventualit­à. Vale per le istituzion­i, ma vale anche per gli abitanti».

La prevenzion­e

Le scosse potrebbero durare ancora per mesi o anni, così come potrebbero finire subito Ma va verificata la vulnerabil­ità degli edifici sia pubblici che privati

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Il terremoto Le tende montate a Pozzuoli e dall’alto calcinacci caduti al Rione Terra, le detenute evacuate, l’incontro in Prefettura, i soccorsi
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