«I piani di evacuazione non restino solo sulla carta»
Il ministro Musumeci: niente panico, qui serve una convivenza vigile
I campi flegrei continuano a tremare. Ministro Nello Musumeci è preoccupato?
«Chi governa non deve preoccuparsi, ma occuparsi. È ciò che faccio da quando sono stato investito del problema».
Sì, ma chi vive lì, con 150 scosse in 3 ore, una da 4.4, quanto deve allarmarsi?
«Lo sciame sismico perdura da diversi mesi. Alcune violente scosse, come quelle dell’altra sera, creano tra gli abitanti una certa apprensione».
Migliaia in strada: più che altro panico. Sbagliato?
«Comprensibile la paura. Capita anche a me, che vivo ai piedi dell’etna. Ma mai farsi prendere dal panico: serve una “convivenza vigile” con il rischio».
Cosa bisogna attendersi?
«È chiaro che le scosse potrebbero durare ancora per mesi e anni, così come esaurirsi senza evoluzione».
De Luca dice che non bisogna avere paura. È così?
«La paura è fisiologica prima che istituzionale quando ti trema la terra sotto i piedi»
Qual è il piano di intervento del governo?
«È quello contenuto nel decreto voluto dal governo lo scorso ottobre: un provvedimento urgente preso dopo avere ascoltato Enti locali e Regione Campania. Domani (oggi ndr) in un vertice a Palazzo Chigi, presieduto dal premier Meloni, verificheremo con altri ministri se adottare altre iniziative. Compreso l’adeguamento antisismico delle infrastrutture pubbliche a cominciare dalle scuole».
Ma le scuole sono sicure?
«Bisognerebbe chiederlo ai sindaci, ma spero di sì».
Nel decreto c’erano misure urgenti. Quali ?
«Iniziative di prevenzione strutturale e non. Sintetizzo: delimitare la zona del bradisismo, verificare la vulnerabilità degli edifici, pubblici e privati, ricadenti in quella zona; un Piano di comunicazione alla popolazione; una pianificazione speditiva, per l’emergenza. E la verifica funzionale di infrastr utture per mobilità e servizi essenziali».
È stato attuato o no?
«Alcuni obiettivi hanno una scadenza. Altri no. A cominciare dal piano della comunicazione che andrebbe fatto con frequenza coinvolgendo gli abitanti, partendo dai bambini delle scuole».
Ma a che livello siamo?
«Non conosco la situazione pregressa, ma non mi faccio troppe illusioni. Siamo un popolo non molto propenso alla prevenzione. In ogni caso per l’attuazione abbiamo chiamato in causa la Regione e gli enti locali, cui spettano la comunicazione e le esercitazioni».
I piani di evacuazione ci sono?
«Sono sempre previsti in ogni Piano comunale di protezione civile. Certo, non basta metterli sulla carta, vanno testati periodicamente coinvolgendo gli abitanti con informazione ed esercitazioni».
Le verifiche di vulnerabilità sono state compiute?
«Certo, si lavora con impegno. Sono procedure complesse che hanno impegnato circa 90 tecnici, in 55 squadre, in oltre 4000 sopralluoghi. Seguiranno verifiche sugli immobili. Al quadro completo, il governo deciderà modalità e risorse per intervenire».
Preoccupa l’abusivismo?
«Non conosciamo l’esatta entità del fenomeno in aree dove in passato si è costruito senza tenere conto dei potenziali rischi. È chiaro che ogni intervento futuro con risorse pubbliche non potrà comprendere immobili abusivi».
Le voci di condono in questa situazione preoccupano.
«È sbagliato. Circa un terzo del patrimonio abitativo, dal dopoguerra, è stato realizzato in difformità alla legge. Ma una cosa è legalizzare una villa abusiva, altro una finestra larga mezzo metro in più».
Scatterà l’evacuazione?
«La scala dei livelli di allerta la propone la Commissione Grandi rischi, nostro organo di consulenza scientifica che tornerà a riunirsi nelle prossime ore. I fenomeni nei Campi Flegrei nella caldera restano sotto costante monitoraggio: velocità di sollevamento, sismicità, degassamento. Gli scienziati cercano possibili segnali premonitori. Ma bisogna essere sempre pronti ad ogni eventualità. Vale per le istituzioni, ma vale anche per gli abitanti».
La prevenzione
Le scosse potrebbero durare ancora per mesi o anni, così come potrebbero finire subito Ma va verificata la vulnerabilità degli edifici sia pubblici che privati