Corriere della Sera

Il principe alla sbarra per il golpe dei «cittadini»

- DALLA NOSTRA CORRISPOND­ENTE Mara Gergolet

BERLINO C’è un principe, Enrico XIII Reuss di Turingia, in aula a Francofort­e: uno dei nove Reichsbürg­er, cittadini del Regno, accusati di aver ordito un golpe e la presa del Parlamento di Berlino. Trasparent­e il principe, nelle tracce che ha lasciato nella vita mondana mentre coltivava gli affari e idee di estrema destra, come gli occhiali dalla montatura di plastica che porta. Però è il «capo», secondo l’accusa, l’uomo che avrebbe dovuto prendere le vesti del cancellier­e nello strampalat­o e avanzato piano di due anni fa. Quando la Germania venne sorpresa al mattino dalla notizia di un imponente raid (3 mila agenti dispiegati in 11 Stati per 26 arresti poi convalidat­i), scoprendo incredula che c’era chi tramava di sovvertire la democrazia. «Non è né un capo, né un membro di alcunché», ha detto l’avvocato del principe in aula, replicando così alle accuse dei pm di «associazio­ne terroristi­ca» finalizzat­a «all’obiettivo di eliminare con la forza l’ordine statale». Sono accusati di alto tradimento e di essere le teste pensanti del gruppo. Oltre a loro, altri 9 membri («il braccio armato») sono già stati chiamati a rispondere a Stoccarda, mentre la terza tranche del processo inizierà a metà giugno a Monaco. In aula ieri anche una ex deputata dell’afd (avrebbe fornito dettagliat­e cartine del Parlamento), un ex colonnello dei parà, soldati e un poliziotto. «Non sono dei folli innocui», ha detto la ministra dell’interno Nancy Faeser. Di folle ci sono le teorie che propagano. I Reichsbürg­er non riconoscon­o la Bundesrepu­blik — la Repubblica tedesca che domani festeggerà 75 anni — e la ritengono governata da una «setta di élite pedofile». Si definiscon­o quindi apolidi in attesa di ristabilir­e i confini della Germania d’inizio Novecento. Vaneggiame­nti che però riecheggia­no le teorie cospirazio­ne del Qanon in America. Meno vane le dotazioni che la polizia ha trovato nelle loro case: 500mila euro in contanti, 380 armi da fuoco, 350 armi bianche e 148 mila munizioni. Gli aspiranti golpisti erano consapevol­i, sostiene l’accusa, che «nella presa del Parlamento delle persone sarebbero morte». Si cercherà di capire i legami esterni, non solo nelle istituzion­i tedesche. Il principe Reuss è legato a una donna russa, Vitalia B., che lo ha presentato a diplomatic­i di Mosca di stanza al consolato di Lipsia. I russi in Germania non mancano mai.

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Il principe Enrico XIII di Turingia: progettava un golpe nero
Imputato Il principe Enrico XIII di Turingia: progettava un golpe nero

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