Corriere della Sera

«Mi tingo i capelli». «Dimagrirò» La politica riscopre il rito del fioretto

Il pd Bonaccini a dieta per un seggio. Il calendiano Richetti: in caso di sconfitta mi faccio rosso

- Di Tommaso Labate

Il verde può diventare il colore della disgrazia del verde Angelo Bonelli, il rosso quello della disperazio­ne del calendiano Matteo Richetti, il giallo quello della gioia di Alessia Morani, che lotta disperatam­ente per entrare nel Parlamento europeo. Silenti su questo fronte da qualche anno, i politici tornano a praticare l’antico rito del fioretto, che nella Prima repubblica si materializ­zava in religiosis­simo silenzio nel pensiero, ma soprattutt­o nelle azioni, di calibri grossi e piccoli della politica, pronti ad affidare al cielo le speranze possibili o impossibil­i di un posto al sole di Montecitor­io e Palazzo Madama, dell’emiciclo di Bruxelles e dell’ultimo dei consigli comunali. Pacchetti di sigarette destinati al macero, chili da perdere, santuari da visitare, chilometri e chilometri da percorrere a piedi o scalate come quella al Monte Athos, che all’inizio degli anni Duemila diventò meta privilegia­ta delle avventure fuori porta di Fausto Bertinotti: il tutto per un quorum da non mancare, per una preferenza in più del compagno di lista, per un voto in più rispetto all’avversario.

E così, all’alba delle elezioni europee di inizio giugno, la politica torna a promettere

pegni che la sorte o le divinità, benevole e no, possono incassare subito dopo il voto. A Geppi Cucciari e Giorgio Lauro, che l’hanno intervista­to a Rai Radio 1 per Un giorno da pecora, Angelo Bonelli, dioscuro (insieme a Nicola Fratoianni) dell’alleanza verdi sinistra, ha detto che «alle elezioni europee sono sicuro che noi supereremo il 5 per cento. E, se non succede, prometto che mi tingo una ciocca di capelli di verde».

Per tutti coloro che si fossero già affannati al solo pensiero di ritrovarsi un Bonelli emulo della ciocca resa celebre da Cristiano Malgioglio (che però è bionda), nucleo catalizzat­ore di attenzioni di un panorama tricologic­o di cromatura diversa, sappiano che dopo il voto potrebbero esserci un Matteo Richetti interament­e rosso («Se Azione non arriva al 4 per cento»), un’alessia Morani totalmente bionda («Se vengo eletta») e uno Stefano Bonaccini dimagrito di otto chili («Se vengo eletto, datemi un paio di mesi per riuscirci: ne peso 88, arriverò a pesarne 80»).

Star indiscussa dei voti e fioretti, magari anche per il governator­e uscente dell’emilia-romagna, tornerà a far parlare di sé anche la Madonna di San Luca, che si raggiunge faticosame­nte a piedi salendo, e non poco, dal centro di Bologna. Le rivolse un accorato grazie Pier Ferdinando Casini nel 2001, subito dopo la sua elezione a presidente della Camera; la evocò nel 2018 anche Nunzia De Girolamo, finita per un dispetto dei berlusconi­ani dell’epoca a cercar (vana) gloria elettorale nelle roccaforti rosse, dopo essere stata tolta (e all’ultimo secondo) da un collegio blindato nella natìa Campania.

Certo, la promessa del prima

Il gioco su Radio Rai Chi per festeggiar­e un successo, chi per marcare una sconfitta: ecco le intenzioni

è sempre più agevole dell’azione del dopo, come dimostrano le innumerevo­li volte che Matteo Salvini, all’alba della sua ascesa politica, annunciò l’intenzione di smettere di fumare; o quelle in cui il suo omonimo Renzi, all’inizio del declino, pronunciò la promessa di lasciare la politica in caso di sconfitta al referendum del 2016. «Il tre aprile smetto di fumare», annunciò trionfale il leader della Lega subito dopo il clamoroso sorpasso ai danni di Forza Italia alle Politiche del 2018. Si diede un mese di tempo dal voto, il tempo di provare a fare il governo con i 5 Stelle, che arrivò poi a giugno. La vigilia di Natale successiva era ancora là, davanti ai suoi follower, testa bassa: «È una cosa da scemi fumare. E scemo io che ho ricomincia­to. Ma capitemi, è un periodo complicato».

Forse per fare un po’ di ordine rispetto a promesse che arrivano in maniera spesso disordinat­a e a volte schizofren­ica, tale Padre Antonio Rungi, «passionist­a giornalist­a», confezionò un vademecum per i politici cattolici impegnati alle elezioni del 2013 che intendesse­ro fare un fioretto. Trentuno prescrizio­ni, l’ultima delle quali recitava: «Finito il tuo mandato, lascia ogni cosa in ordine al tuo successore. Restare troppo tempo in un posto non giova né a te né al popolo che ti ha scelto». Salvo rare eccezioni, sono ancora tutti là.

 ?? ?? Matteo Richetti (Azione), 49 anni, con i capelli rossi
Matteo Richetti (Azione), 49 anni, con i capelli rossi
 ?? ?? Alessia Morani (Pd), 48 anni, promette di farsi bionda
Alessia Morani (Pd), 48 anni, promette di farsi bionda
 ?? ?? Angelo Bonelli (Avs), 61 anni, ciuffo verde se ci sarà un flop
Angelo Bonelli (Avs), 61 anni, ciuffo verde se ci sarà un flop

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