Corriere della Sera

IL BRINDISI DEI COLLI

Il Giro attraversa la zona del Prosecco, vino di successo mondiale E Padova accoglie la corsa nella scenografi­a di Prato della Valle

- Di Paolo Beltramin

Il tuono degli alberi che si spezzavano risuonò in tutta la valle nella terribile notte tra il 29 e il 30 ottobre di sei anni fa. La tempesta Vaia fece dei boschi sopra Pieve e Fiera di Primiero, da dove parte la tappa di oggi, un cimitero di abeti rossi. In tutto il Trentino oltre ventimila ettari furono distrutti. Ma nessuno pensò di arrendersi, nemmeno per un momento: da quel disastro sono nati nuovi sentieri e nuove piste ciclabili che si aggiungono a quelli storici, come la bella passeggiat­a da Fiera a Imer, attraversa­ta ogni estate da nonni e bambini. E proprio a Fiera – piccola patria dove nacque, da padre genovese e madre bavarese, sotto l’allora Impero asburgico, il geniale progettist­a del canale di Suez, Luigi Negrelli di Moldelba – con il legno degli abeti sradicati sono stati realizzati gli allestimen­ti del museo di storia locale «P-qui», inaugurato nel 2020 nel Palazzo delle miniere, uno degli esempi più belli di architettu­ra tardo gotica della vallata che a metà del Quattrocen­to vedeva attive centinaia di cave di rame e argento.

Si parte in montagna, davanti alle maestose Pale di San Martino con le loro guglie aguzze come cattedrali, ma il plotone subito scende verso le colline venete di uno dei distretti vitivinico­li più famosi d’italia, quello di Valdobbiad­ene. Qui il culto dell’uva, come in molte zone della Penisola, affonda nei secoli: già San Venanzio Fortunato (530-607) descrive in latino la sua terra come Quo Vineta Vernatur, Sub Monte Jugo Calvo… (luogo dove germoglia la vite, sotto l’alta montagna…). Leggenda vuole che nel 1574, al passaggio di Enrico III di Polonia, in viaggio verso Parigi per essere incoronato Re di Francia, dalla fontana del Nettuno di Conegliano sgorgasse il vino bianco dei colli. Vino che si chiama Prosecco almeno dal 1754, anno della prima testimonia­nza scritta del nome. E a Conegliano, nel 1876, nasce la prima scuola enologica d’italia, l’ormai leggendari­o Istituto Cerletti. Un secolo dopo arriverann­o la Strada del Prosecco (1966), la Denominazi­one di origine controllat­a (1969), poi la Docg e lo status di primo distretto spumantist­ico della Penisola. Fino al 2019, con il riconoscim­ento più prestigios­o (e rilevante per l’indotto): le Colline del Prosecco diventano Patrimonio

dell’umanità dell’unesco. E le vendite globali esplodono: nel 2022 quasi 640 milioni di bottiglie, con gli Stati Uniti a fare la parte del leone a quota 134 milioni.

Dalle campagne si «atterra» in città, a Padova, casa di Sant’antonio e di una delle università più antiche del mondo. La scenografi­a dell’arrivo è da togliere il fiato: il maestoso Prato della Valle, dietro per ampiezza, con i suoi 88.620 metri quadrati, solo alla Piazza Rossa di Mosca e primo esempio, con l’isola verde al centro circondata da un canale ornato da 78 statue, della grande tradizione veneta del giardino patrizio «prestata» allo spazio pubblico.

Sede di un teatro in epoca romana, la piazza è scenario irresistib­ile di tanti film: è qui che passeggian­o Valeria-sophia Loren e don Mario-marcello Mastroiann­i nella Moglie del prete, e Checco Zalone ci ha ambientato la clip di «Dove ho sbagliato» in Sole a catinelle. Ma in tanti non sanno che in un angolo di Prato della Valle è nascosto un posto «magico», il Museo del Precinema. Ospita la collezione dell’artista Laura Minici Zotti, nata da una sorpresa spuntata tra gli scatoloni della sua soffitta veneziana: una lanterna magica. Inventata nel Seicento, popolare nelle corti di tutta Europa in epoca vittoriana, amata da Proust che ne teneva una sul comodino, permette di proiettare le immagini disegnate sui piccoli vetri inseriti all’interno: è il più diretto predecesso­re della macchina da presa inventata dai fratelli Lumière. Entrambi strumenti ad alto tasso di tecnologia, per l’epoca, e soprattutt­o di magia. Un po’ come la «Laufmachin­e» del barone tedesco Karl von Drais, due ruote e niente pedali, o il «velocipede» con la sua buffa e altissima ruota anteriore, o ancora le prime biciclette costruite dagli inglesi Sutton e Starley, antenate delle leggerissi­me fuoriserie che vedremo oggi danzare fino all’arrivo.

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❜❜ Qui il culto dell’uva affonda nella storia: ne parla già San Venanzio Fortunato nel VI secolo. Conegliano vanta la leggenda della fontana da cui sgorgava il «bianco» e la nascita della prima scuola enologica d’italia

 ?? ?? 1 Prato della Valle, l’iconica piazza di Padova seconda per ampiezza in Europa solo alla Piazza Rossa di Mosca
1 Prato della Valle, l’iconica piazza di Padova seconda per ampiezza in Europa solo alla Piazza Rossa di Mosca
 ?? ?? 4 4 Il museo di storia locale «P-qui», inaugurato nel 2020 a Primiero, ha utilizzato per gli allestimen­ti il legno degli abeti abbattuti nel 2018 dalla tempesta Vaia
4 4 Il museo di storia locale «P-qui», inaugurato nel 2020 a Primiero, ha utilizzato per gli allestimen­ti il legno degli abeti abbattuti nel 2018 dalla tempesta Vaia
 ?? ?? 3 3 La tappa attraversa le terre che producono il Prosecco, ormai tra i vini italiani più noti e venduti in tutto il mondo
3 3 La tappa attraversa le terre che producono il Prosecco, ormai tra i vini italiani più noti e venduti in tutto il mondo
 ?? ?? 2 Il Museo del Precinema, sempre in Prato della Valle, ospita la collezione di cimeli raccolti dall’artista Laura Minici Zotti 2
2 Il Museo del Precinema, sempre in Prato della Valle, ospita la collezione di cimeli raccolti dall’artista Laura Minici Zotti 2

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