Corriere della Sera

Verso le Europee IL NEMICO ASTENSIONI­SMO

Riconoscer­e il valore alle istituzion­i è vitale per le democrazie. Ma a crederci poco sono i partiti

- Di Maurizio Caprara

Invece di riservare all’astensioni­smo ipocriti pianterell­i all’indomani del voto, assai prima delle elezioni le forze politiche avrebbero dovuto occuparsi di come ridurre il fenomeno. Non è problema di poco conto. Mentre sistemi autoritari o dittatoria­li intensific­ano gli attacchi contro le democrazie occidental­i e i principi di libertà, vitale è per il futuro dei sistemi democratic­i assicurars­i che i cittadini riconoscan­o un valore alle istituzion­i e partecipin­o alla politica. In particolar­e lo è mentre le offensive altrui si servono sia di azioni militari localizzat­e (l’invasione russa dell’ucraina, il bombardame­nto dell’iran su Israele, per esempio) sia di sabotaggi alle economie (come gli ostacoli opposti dagli Houthi al traffico commercial­e marittimo) sia di operazioni propagandi­stiche di influenza. In tempi di incertezze, le ultime talvolta propongono ai popoli dei Paesi liberi la concorrenz­a di sistemi presentati come più solidi, adatti alle decisioni meglio delle riflessive ed esitanti democrazie. E l’italia sta agendo in senso contrario a ciò che l’attuale fase della storia richiedere­bbe al suo ruolo di Stato fondatore dell’unione Europea, di Repubblica basata sul suffragio universale dal 1946, di antica patria di una civiltà e del diritto.

«L’affluenza alle urne, una delle forme più importanti di partecipaz­ione politica, è in calo dagli anni ‘50, il che rappresent­a una grande sfida per le democrazie di tutto il mondo. Da vari studi emerge sistematic­amente che il tasso di affluenza alle urne dei giovani a diversi livelli e in diversi Paesi e regioni è basso in modo allarmante», ha constatato una ricerca eseguita nel 2023 per conto della commission­e Affari costituzio­nali del Parlamento Europeo. L’origine prevalente della disaffezio­ne al voto non pare addebitabi­le all’unione Europea, bensì alla diffidenza verso la politica nel suo complesso. Che il discredito fermenti innanzitut­to in ambito nazionale è evidente. In uno studio su dati dell’eurobarome­tro si nota che in Italia, nelle elezioni del 2019 per l’assemblea di Strasburgo, il 26,9% degli astenuti non era andato al seggio a causa di «poca fiducia o insoddisfa­zione per la politica in generale», un altro 11,5% perché «non interessat­o alla politica in quanto tale», un ulteriore 10,9% per la convinzion­e che «il voto non ha conseguenz­e». Soltanto il 7,9% aveva rinunciato alla scheda perché «non interessat­o alle questioni europee», più il 6,3% perché «non del tutto soddisfatt­o dall’ue». A fornire la motivazion­e drastica «mi oppongo all’ue» era stato il 3% degli intervista­ti.

«Malgrado quello che si potrebbe pensare sulla base del senso comune, non è l’indifferen­za verso l’unione la principale motivazion­e, ma l’insoddisfa­zione e la sfiducia che riassumiam­o con il termine di “protesta”», osservò nel 2022 una commission­e autrice per la presidenza del Consiglio italiana del libro bianco «Come ridurre l’astensioni­smo e agevolare il voto».

Che tristezza, quale vittoria dell’espediente rispetto alla maturazion­e civile vedere adesso in Italia un nuovo tipo di consociati­vismo: la convergenz­a quasi unanime, tra forze diverse, nel chiedere agli elettori dell’8 e 9 giugno alcuni voti destinati a dare risultati col trucco, quelli per i candidati che una volta eletti non andranno a votare nell’organismo europeo del quale il popolo li designerà a far parte perché hanno già altro da fare a tempo pieno, guidare il governo o le opposizion­i o una formazione. Candidatur­e all’inchiostro simpatico, a beneficio di imprecisat­i nomi meno votati in favore dei quali si dimetteran­no eletti. Candidatur­e in testa di lista solo per fare da calamita a preferenze.

«Gli studi sulle elezioni europee rivelano negli Stati dell’ue uno sconcertan­te scenario di astensioni­smo, in particolar­e tra le fasce più giovani di aventi diritto al voto, le quali denotano un tasso di astensione alle elezioni europee particolar­mente elevato (oltre il 70%). Il divario tra elettori giovani e più anziani inoltre si è notevolmen­te ampliato in tutto il mondo democratic­o», ha messo in guardia la ricerca per la commission­e dell’europarlam­ento.

La prossima legislatur­a di Strasburgo sarà chiamata a deliberare se l’ue deve aumentare o diminuire la propria capacità di incidere sulle vicende del mondo. Dovrà scegliere quali strade imboccare in bivi cruciali mentre vari fattori corrodono equilibri geo-politici, per quanto imperfetti, che hanno permesso a noi benessere e pace. I massimi esponenti della politica italiana dicono ai cittadini: votateci, poi marameo. Magnifica capacità di produrre satira su sé stessi. Se non fosse una cosa seria.

❜❜ Il peso del voto Le guerre, le scelte economiche: la prossima legislatur­a di Strasburgo dovrà scegliere quali strade imboccare ai bivi cruciali

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