Corriere della Sera

Inter, in fondo la rivoluzion­e Usa

I nerazzurri sono del gruppo california­no, sarà derby a stelle e strisce col Milan Zhang perde la società che passa agli americani «Impegnati per un successo a lungo termine»

- Di Paolo Tomaselli

MILANO Sapessi come è strano avere un derby tutto americano a Milano. E poi un altro. E un altro ancora. Con un comunicato diramato alle 11.19 di ieri mattina l’inter è diventata ufficialme­nte di proprietà del fondo california­no Oaktree, a causa del mancato rimborso del prestito triennale concesso alle holding appartenen­ti alla famiglia Zhang con un saldo di circa 395 milioni. Non è solo una fase di transizion­e per il club di Viale della Liberazion­e, sulla cui sede fa bella mostra l’enorme stendardo delle due stelle: le altre 48 delle bandiera americana magari non sventolera­nno mai nel quartiere di Porta Nuova, ma Oaktree è qui per un orizzonte temporale ampio: «Il nostro obiettivo è continuare il successo ottenuto sul campo con un percorso di crescita di lungo periodo».

A breve scomparira­nno le scritte dello sponsor cinese dalla sede, come del resto nel centro sportivo di Appiano Gentile, ribattezza­to «Suning Centre» con un contratto da 15 milioni annui. Federico Dimarco è il primo giocatore nerazzurro a ringraziar­e (ricambiato) l’ormai ex presidente Steven Zhang sui social: che a farlo sia uno dei simboli dell’inter, entrato nel club a 7 anni, quando la società era di Massimo Moratti e il presidente era Giacinto Facchetti, è comunque significat­ivo.

Zhang si è sentito con la dirigenza nerazzurra più volte anche ieri e non dovrebbe dare seguito a battaglie legali con il fondo california­no, come invece i toni del comunicato di sabato avevano fatto ipotizzare, con le accuse a Oaktree di aver ostacolato il rifinanzia­mento del debito. Anche per questo il comunicato stampa diffuso dal fondo è la vera risposta a Steven, che nell’immediato non era arrivata: dopo le perdite record nel maggio 2021 «Oaktree ha fornito alle holding dell’inter le risorse necessarie per stabilizza­re la situazione finanziari­a del club e continuare così ad operare, garantendo anche il pagamento di giocatori e dipendenti. Nei tre anni trascorsi dall’intervento di emergenza, l’inter ha vinto sei trofei oltre ad aver raggiunto la finale di Champions».

Come dire, se il club è tornato grande, è grazie ai nostri soldi: è vero, ma il lavoro del management nerazzurro ha fatto la differenza. E non a caso la parola d’ordine adesso è continuità, sia finanziari­a che sportiva, perché non c’è una senza l’altra. Così i rinnovi più urgenti (Inzaghi, Barella e capitan Lautaro) già intavolati saranno portati avanti nei tempi corretti. E il mercato, come prima anche se forse con meno ansie, sarà a passivo zero. L’obiettivo del pareg

gio di bilancio nel 2025 (a giugno il rosso dovrebbe attestarsi attorno ai 50 milioni) non è un’ossessione, ma nell’anno del ricco Mondiale per club è più che auspicabil­e.

Alejandro Cano, responsabi­le per l’europa per la strategia Global Opportunit­ies di Oaktree e la managing director Katherine Ralph, hanno incontrato ieri i due a.d. nerazzurri, Marotta per la parte sportiva e Antonello per quella corporate: «Il nostro obiettivo iniziale è la stabilità operativa e finanziari­a del club — sottolinea Cano —. Abbiamo grande rispetto per il gruppo dirigente dell’inter e non vediamo l’ora di lavorare a stretto contatto con loro per dare una leadership forte al club».

A breve, l’attuale Cda si dimetterà e una assemblea eleggerà il nuovo board. Non è da escludere che Marotta possa fare il presidente, anche se già adesso l’uomo forte del club è lui. Le sue deleghe saranno comunque più ampie di prima, perché Zhang era lontano, ma molto presente.

192 miliardi È il patrimonio gestito da Oaktree Capital

29 vittorie quest’anno dall’inter in serie A in 37 partite

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(Imago) Grande ex Massimo Moratti, presidente dell’inter fino al 2014
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(Getty Images) Vertici Alessandro Antonello, Katherine Ralph e Alejandro Cano, rappresent­anti di Oaktree, e Beppe Marotta

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