Il futuro non si fa aspettare E Memoria Festival lo interpella
Comincia oggi la manifestazione di Mirandola (Modena), proiettata verso gli orizzonti più avanzati
Uno dei sogni dell’umanista Giovanni Pico della Mirandola (14631494), fu quello di organizzare, nel 1486, un convegno dei sapienti dell’epoca, per discutere insieme a esperti di ogni cultura, occidentale, orientale, laica e religiosa, intorno ai principi fondamentali del mondo. Un’idea ecumenica di grande modernità, cui si ispira il Memoria Festival di Mirandola, in provincia di Modena, promosso dal Consorzio del Festival della Memoria in collaborazione con Einaudi (il Comitato scientifico è presieduto da Ernesto Franco, direttore generale Einaudi) che torna da oggi fino a domenica 26 per la sua IX edizione, dedicata al tema Lettere al Futuro.
«Pico aveva come obiettivo la concordia dei saperi — spiega il direttore artistico del festival, Giampaolo Ziroldi —, voleva mettere d’accordo Platone e Aristotele, la cabala, la cultura cristiana. Ecco perché pensò di riunire in quel convegno i sapienti del suo tempo, tra l’altro invitandoli a sue spese: il convegno, che non si fece mai (anzi, alcune delle tesi di Pico vennero giudicate eretiche), aveva come presupposto il fatto di raccogliere un ambito di discipline variegato, con un’apertura mentale favolosa. Nel Memoria Festival, uno degli elementi che si richiamano a Pico è appunto il confronto tra discipline».
Altra caratteristica del genio di Mirandola, di cui si celebrano i 530 anni dalla morte, era la memoria leggendaria: oggi, nel Parco della Memoria, alle ore 17.30, il festival si apre con Fabrizio Gifuni, che interviene su Il mestiere di attore, raccontando, in dialogo con il critico Gian Piero Brunetta, il lavoro di memoria e di emozione con cui si costruisce un’interpretazione.
L’intero festival giocherà sull’equilibrio tra passato della memoria, presente e futuro: tra gli incontri di oggi, la lectio della biologa molecolare Irene Bozzoni sul futuro delle biotecnologie; il viaggio nei primordi della musica con il percussionista Mauro Faccioli alla scoperta delle prime forme ritmiche; il destino dei social media e dei nuovi comunicatori, nell’incontro Presente e futuro dell’influencer con l’imprenditore Roberto Esposito; l’apertura al nuovo necessaria alla crescita personale, con Vittorio Martinelli e Jessica Ori.
Nella giornata odierna, anche un incontro a tre voci sulle celebri Disputationes di Pico contro la divinazione astrologica, con gli studiosi Franco Bacchelli, Marco Bertozzi e Raphael Ebgi; e la riflessione sul concetto di peccato e su come si modifica e si modificherà nel tempo la morale cristiana, con la storica Lucetta Scaraffia. Tra gli autori che presentano i loro libri, Marco Lodoli, Carlo Vecce, Giovanni Montanaro.
Domani, le Lettere al Futuro comprenderanno vari argomenti scientifici: i meccanismi del ricordo, nella lectio La memoria e il suo futuro con il biologo Alberto Oliverio; la questione Le macchine possono pensare?, di cui parlerà il docente di AI Nello Cristianini; il futuro del pianeta, nell’incontro Sostenibilità, con l’economista Dipak Raj Pant; futuro e storia del clima, nella lectio Che tempo fa, ha fatto e farà, con la fisica e climatologa Serena Giacomin; l’evoluzione del rapporto tra uomo e animali, con la veterinaria Giulia Corsini; e la preistoria umana a confronto con il sapiens di oggi, nel dialogo tra il paleontologo Giorgio Manzi e il biologo Alberto Oliverio. Di scienza parlerà anche la scrittrice Sara Rattaro, autrice di Io sono Marie Curie (Sperling & Kupfer).
Si parla di scuola del futuro, sempre domani, con Damien Lanfrey e Donatella Solda del Future Education Institute di Modena; nell’incontro La mente di Pico e L’AI, lo storico della filosofia Raphael Ebgi e il docente di interazione uomomacchina Federico Cabitza, confrontano la mnemotecnica di Pico e le capacità delle intelligenze artificiali. E sul futuro incerto dei media, si confrontano Carlo e Nina Verdelli, nell’incontro Giornali: si salvi chi può. Interverrà sulla paura del futuro lo scrittore Lorenzo Marone; e del libro come tramite tra passato e divenire, discuteranno la storica della letteratura Lina Bolzoni e l’autore Edoardo Camurri.
Nella giornata di chiusura, domenica 26, altre visioni futuribili: lo storico della filosofia Giuseppe Girgenti riflette sul salto evolutivo dell’ai; il linguista Edoardo Lombardi Vallauri si interroga sulle mutazioni della lingua italiana; sugli adolescenti interviene lo scrittore Giorgio Scianna; e su crescita e vecchiaia riflette la saggista Gabriella Caramore.