Corriere della Sera

La squadra vaticana (con un olandese volante) pedala per aiutare bimbi e famiglie povere

All’asta anche una bici firmata da papa Francesco

- Di Lorenza Cerbini

Giro d’italia 1972. Maggio pieno (21 per esattezza). La Corsa rosa parte da Venezia e ci sono due grandi attesi: Eddy Merckx che quel Giro lo vincerà e l’allora Cardinale della città lagunare Albino Luciani, poi Papa col nome di Giovanni Paolo I. Fu il prelato a dare, simbolicam­ente, il via alla corsa e una sua frase resta celebre: «Se tutto lo sport è umano, per noi italiani il Giro d’italia è umanissimo». Parole d’amore per una evento che in 107 anni di storia è tra i simboli del Paese.

Il Giro termina domani a Roma, e papa Francesco (pare che non si perda neppure una tappa in tv e RCS Sport ha preparato un simbolico «pass» per accoglierl­o) sarà ben rappresent­ato dalla «sua» squadra: cinque gregari e un capitano, maglia bianco/gialla con stemma pontificio: è la Vatican Cycling, che sarà presente al Giro-e (partenza dal Circo Massimo alle ore 13.45; traguardo ai Fori Imperiali dopo 32 km su circuito). «Pronte le maglie, pronto il team, pronte le bici a pedalata assistita», dice Giampaolo Mattei, Presidente di Athletica Vaticana, molto più di una polisporti­va (conta otto Federazion­i), una realtà consacrata con l’ufficializ­zazione dell’uci, Unione Ciclistica Internazio­nale. In Vaticano, insomma, non si prega soltanto, ma si pratica anche sport e Athletica Vaticana è stata voluta da papa Francesco convinto pure che il ciclismo «mette in risalto alcune virtù come la sopportazi­one della fatica — nelle lunghe e difficili salite —, il coraggio — nel tentare una fuga o nell’affrontare una volata —, l’integrità nel rispettare le regole, l’altruismo e il senso di squadra».

Il team pontificio pedalerà per portare a termine un’importante missione: sostenere il Centro per le cure palliative pediatrich­e dell’ospedale Bambino Gesù. Il team sarà guidato da Rien Schuurhuis, un gigante olandese ex profession­ista (nel 2016 con la Black Inc Cycling Team, nel 2018 con la Oliver’s Real Food), che nonostante i suoi Over40 ha partecipat­o ai mondiali profession­isti su strada di Sydney (2022) e Glasgow (2023) e si sta preparando per quelli di Zurigo (29 settembre). «Si può essere tesserati con Athletica Vaticana se si è cittadini del Vaticano, dipendenti, suore, preti, parroci, cardinali, oppure se si hanno rapporti diplomatic­i con il Paese più piccolo al mondo», spiega Mattei. E Schuurhuis che ci fa lì? È sposato con l’ambasciatr­ice australian­a Chiara Porro e compie bene le sue missioni. A Sydney e a Glasgow è andato in fuga e per lui hanno fatto il tifo anche i Santi. Una storia con un risvolto sociale: l’olandese ha corso con una bicicletta Pinarello, firmata dal Papa stesso in una cerimonia ufficiale e poi messa all’asta per sostenere il servizio del Dispensari­o pediatrico vaticano «Santa Marta» in favore di 500 famiglie povere. Lo

La buona causa

Il team sostiene anche la beatificaz­ione di Bartali, che fu terziario dei carmelitan­i

sport per non dimenticar­e che è l’individuo a fare la squadra.

Intanto, Athletica Vaticana sostiene la causa di beatificaz­ione di Gino Bartali, portata avanti dai carmelitan­i, ordine religioso del quale il campione toscano faceva parte come terziario per la sua devozione a santa Teresa di Lisieux. A Roma, c’è già un oratorio a lui dedicato, voluto dall’allora parroco Attilio Nostro, oggi vescovo in Calabria dove vorrebbe costruire un velodromo. Insomma, in Vaticano lo sport è una cosa seria, contando sui muscoli e su qualche spintarell­a in più in salita, direttamen­te dal paradiso.

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Il gigante L’olandese Rien Schuurhuis guida l’athletica Vaticana

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