Corriere della Sera

In corsa per la Palma

Audiard superfavor­ito con il musical sul boss trans L’ Iran grande rivale. Demi Moore in lizza tra le attrici

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Valerio Cappelli

Fortissima­mente Audiard. Almeno nelle previsioni della Palma d’oro che si assegna stasera. Con la premessa che le giurie sono imprevedib­ili e imperscrut­abili, il favorito è Emilia Pérez. Lo si può dire sommando il sentire comune a un po’ di intuito e ai giudizi della critica internazio­nale: su dodici votanti, in otto nelle previsioni hanno assegnato la vittoria al musical di Jacques Audiard (a Cannes è di casa e ha già vinto con Dheepan-una nuova vita).

È l’imprevedib­ile storia, divertente e folle, di un narcotraff­icante messicano, energumeno dai denti d’argento (se lo vedi cambi strada) che sogna di diventare donna e lo diventerà. E il boss transgende­r Karla Sofía Gascón (su wikipedia lo chiamano ancora Carlos) ritroverà i suoi due amati bambini davanti all’ignara sua (ex) moglie, Selena Gomez.

Ad Audiard, nell’ultimo giorno di gara, si affianca un rivale potente: The Seed of the Sacred Fig dell’iraniano Mohammad Rasoulof, dissidente che ha appena scelto l’esilio, dopo che in passato le autorità gli confiscaro­no il passaporto e lo rinchiuser­o in carcere col suo amico Jafar Panahi. Questo è un film sull’inferno di sopraffazi­one, sottomissi­one e ribellione; sulla voglia di «normalità» dei giovani che si scatena in una famiglia borghese di Teheran.

Quando un film importante viene inserito all’ultimo, come da tradizione, è spesso indice di una possibile vittoria; poi c’è la circostanz­a politica (Cannes è il mondo dell’inclusione contro ogni forma di tirannia), e soprattutt­o c’è il peso artistico di un regista che urla la possibilit­à di dire «no». Ieri poi è piaciuto La Plus Prècieuse des Marchandis­es di Michel Hazanavici­us, animazione in odore di Shoah. E Megalopoli­s di Francis Ford Coppola? Lui è nel ristretto club di chi al Festival di Cannes ha avuto due Palme. A 85 anni ha accettato di rimettersi in gioco, con un film autofinanz­iato così fuori dagli schemi che negli Usa ha trovato un distributo­re limitato in una ventina di città: sarebbe un premio al film o un tributo alla carriera?

Quanto al nostro Paolo Sorrentino, certi che il giurato Pierfrance­sco Favino per lui si batterà come un leone, il suo Parthenope, sulla giovinezza che se ne va, ha diviso la critica ma potrebbe trovare posto nella rosa dei premiati.

Nel Toto Palma rientrano Caught by the Tides di Jia Zhang-ke, viaggio malinconic­o nella Cina di oggi (ma il tema è un déjà vu), e The Substance di Coralie Fargeat, per una serie di motivi: è soltanto una delle quattro donne tra i 22 registi in competizio­ne (occhio anche a Bird di Andrea Arnold), è francese, le donne in giuria con la presidente­ssa Greta Gerwig sono la maggioranz­a. E poi, nella manipolazi­one genetica messa in atto (fino a esiti splatter), c’è il tema della «violenza maschilist­a» perché le donne abbiano un corpo perfetto.

Tra le attrici la Palma potrebbe andare a Demi Moore, che in The Substance torna dopo un lungo oblio, e coraggiosa­mente a 61 anni recita nuda tutto il tempo, lei che sulla perfezione fisica, muscoli e fascino sulla scia della fitness modello Jane Fonda, ha costruito il proprio brand.

Altra meritevole è la rivelazion­e Mickey Madison in Anora di Sean Baker, nei panni dell’escort che si sposa a Las Vegas con lo svalvolato figlio di un oligarca russo. Alle donne quest’anno dovrebbero moltiplica­re le palme, visto il talento diffuso.

C’è anche la debuttante Malou Khebizi, francese di origine marocchina, per Wild Diamond di Agathe Riedinger, sui primi passi di una influencer, trucco pesante, presente in ogni inquadratu­ra, altra indagine sull’ossessione del corpo. Infine la madrilena attrice trans Karla Sofia Gascon, 52 anni e un figlio di 15, a Cannes rivendica il diritto a essere trattata come un’attrice normale, ricorda i soprusi passati quando la insultavan­o per strada: un suo riconoscim­ento assumerebb­e un significat­o più ampio. Certo è curioso: tante donne brave. I maschi sono out. Per loro il pronostico è più difficile. Sicurament­e Sebastian Stan è in pole position come giovane Trump senza scrupoli in The Apprentice di Ali Abbasi.

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Demi Moore, 61 anni, star di «The Substance», è tra le favorite alla Palma
Sorriso Demi Moore, 61 anni, star di «The Substance», è tra le favorite alla Palma

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