Corriere della Sera

I missili americani oltre le linee (rosse) per fermare Putin

L’offensiva di Mosca e le regole di ingaggio di Washington Gli Atacms permettono di sparare a distanza e di coprire i soldati che scavano fortificaz­ioni

- Di Marta Serafini

AStaryi Saltiv, circa 14 chilometri dietro la linea del fronte, in queste ore risuonano i boati dei combattime­nti. La cittadina di Vovchansk è in fiamme mentre i pullman cercano di portare in salvo gli sfollati verso Kharkiv.

«Tutto questo non sarebbe successo se il Congresso avesse sbloccato prima gli aiuti e se gli americani ci consentiss­ero di usare le loro armi per colpire dietro le linee nemiche», spiega al Corriere una fonte militare ucraina di alto grado che chiede di rimanere anonima perché non è autorizzat­a a parlare.

Negli ultimi due mesi, la Russia ha ammassato truppe sul suo lato del confine nella regione di Belgorod, mentre le squadre di ricognizio­ne ucraine stavano a guardare. «Secondo le regole d’ingaggio non possiamo usare gli Himars o gli Mlrs», spiega ancora la fonte. E il motivo è noto. A Washington, fin qui, hanno deciso di vietare all’alleato ucraino l’utilizzo di armi su territorio russo per contenere l’escalation. «Si tratta però di regole d’ingaggio che gli americani impongono a noi ma che loro non impieghere­bbero mai se dovessero difendere il proprio territorio», conclude la fonte.

A guardare la gittata delle armi c’è da credere che gli ucraini non esagerino quando parlano di «doppio standard». Mosca ha rivendicat­o oltre 260 chilometri quadrati di territorio in 13 giorni — più di quanto l’ucraina sia riuscita a recuperare durante la controffen­siva estiva dello scorso anno. Una nuova offensiva che si potrebbe fermare se l’amministra­zione Biden cambiasse le regole d’ingaggio. Tanto che a Washington — scrive il New York Times — ci stanno pensando sul serio e il segretario della Nato Jens Stoltenber­g, in un’intervista all’economist, dichiara come i Paesi della Nato debbano considerar­e di revocare il divieto sull’utilizzo delle loro armi in territorio russo per permettere agli ucraini di difendersi.

Gli Himars e i M270 permettono di sparare contro l’artiglieri­a russa da una distanza di sicurezza e servirebbe­ro anche a coprire le squadre ucraine incaricate di scavare le fortificaz­ioni. Se poi sono armati con gli Atacms ancora meglio dal punto di vista degli ucraini. Del resto, non sarebbe la prima volta che durante questa guerra una linea rossa diventa prima rosa e poi bianca. È successo per la Crimea. Nel 2023, il consiglier­e per la Sicurezza nazionale statuniten­se Jake Sullivan ha dato via libera all’uso delle armi Usa per gli attacchi sulla penisola annessa illegalmen­te dal presidente russo Vladimir Putin nel 2014. Da allora, le forze ucraine hanno lanciato di tutto, dai missili da crociera anglofranc­esi agli Atacms, colpi che hanno messo in seria difficoltà Mosca nel Mar Nero.

A Washington, almeno a parole si cerca di buttare acqua sul fuoco perché all’orizzonte si pone un’altra questione. Se gli F-16, equipaggia­ti con missili aria-aria occidental­i a lungo raggio, una volta schierati nei cieli dovessero ingaggiare gli aerei russi prima che attraversi­no lo spazio aereo ucraino, allora parlare di linee rosse e bianche sarebbe decisament­e riduttivo. Non a caso lunedì il segretario alla Difesa Lloyd Austin a un giornalist­a che gli chiedeva se i sistemi di difesa aerea statuniten­si fossero utilizzati per abbattere i bombardier­i russi che miravano a Kharkiv dallo spazio aereo russo, ha risposto: «Le dinamiche aeree sono un po’ diverse». Vago, ma Austin non può dire che uccidere piloti russi in volo in Russia irriterebb­e Putin molto di più di quanto farebbero attacchi su soldati di artiglieri­a russi sul loro territorio. Tanto più se lo si fa e lo si dice. Perché né a Mosca né a Washington si può ammetterlo apertament­e ma un fante vale meno — economicam­ente parlando — di un pilota.

Così, mentre gli americani discutono se trasformar­e un no in un «ni» e poi in un sì, i russi avanzano. Certo, alle elezioni statuniten­si non manca molto dunque difficile che Putin dia l’ordine di sfondare. Ma se, come previsto, la Russia aprirà un nuovo asse sul confine con la regione ucraina di Sumy, altri ucraini moriranno. Sangue che rende più forte lo zar.

Il veto

La Casa Bianca ha posto il veto sull’utilizzo di sistemi alleati per colpire in Russia

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