Corriere della Sera

Favino: «Tra noi idee diverse ma è stato bello ascoltarci»

Gerwig, la presidente della giuria: «Giorni di arricchime­nto reciproco»

- Da uno dei nostri inviati Stefania Ulivi

CANNES Chissà se tutti i suoi compagni di giuria avranno condiviso la scelta di dare a The seed of the sacred fig di Mohammad Rasoulof un premio speciale — «per onorare non solo il film ma il suo contenuto, il grande coraggio di tutti quelli che lo hanno realizzato, illuminare lo sforzo, questo grande sacrificio nel nome del cinema», come ha spiegato la presidente Greta Gerwig — e non la Palma d’oro che certo avrebbe celebrato con maggior forza, non solo l’aspetto politico, ma anche quello artistico dell’opera del regista iraniano condannato dal regime a otto anni di carcere e fuggito in maniera rocamboles­ca dall’iran che della brutalità della dittatura regala un ritratto indelebile. I suo compagni di avventura a Cannes 77 — Kore-eda Hirokazu, Omar Sy, il nostro Pierfrance­sco Favino, Nadine Labaki, Eva Green, Ebru Ceylan, Juan Antonio Bayona — hanno raccontato di belle discussion­i, scambi di opinioni proficui. Lily Gladstone ha precisato: «Non sempre siamo stati d’accordo ma anche quando non lo eravamo abbiano imparato dai punti di vista degli altri». E Favino: «È apparso chiaro che non sempre avevamo le stesse idee, ma è stato bello ascoltarci fino, magari, a cambiare idea».

Anora di sicuro ha colpito al cuore la presidente Gerwig. La commedia di Sean Baker, ha spiegato la regista di Barbie, «ci ha fatto pensare al cinema classico di Lubitsch e Howard Hawks, ha portato un tocco vero e inaspettat­o». Comunque, per lei sono stati «giorni di arricchime­nto reciproco». È la quinta Palma targata Neon, casa di produzione e distribuzi­one che ha in listino Parasite, Titane, The triangle of sadness e Anatomia di una caduta. «Baker — ha aggiunto Favino — è un regista giovane, di gran talento. Il senso di un festival come Cannes è porre l’attenzione sulla possibilit­à che un regista magari di meno appeal pur essendo americano, possa avere crescita e attenzione come registi che già le hanno avute. Di Anora abbiamo apprezzato il fatto che fosse un film accessibil­e, con un’anima giocosa».

Probabile che a aver messo d’accordo tutti sia stato il premio alle attrici di Emilia Pérez Adriana Paz, Zoe Saldaña, Karla Sofía Gascón, Selena Gomez. «Separare la performanc­e di una o l’altra significav­a minare la magia che hanno creato insieme. Ognuna di loro è straordina­ria, insieme sono trascenden­ti».

Favino sottolinea: «Non è un fatto unico, è già successo, ma abbiamo deciso di farlo in modo abbastanza unanime: ci sembrava che ognuna brillasse grazie all’altra, ci sembrava giusto così per sottolinea­re che esiste una sorellanza tra di loro anche nella storia». In quanto a Parthenope di Paolo Sorrentino, uscito a mani vuote: «Ne abbiamo parlato sì, ma le giurie sono anche questo, io lo so sulla mia pelle, tante volte mi è successo... Ma sono sicuro che le persone che vedranno il film lo ameranno tantissimo e che avrà una vita bellissima perché se lo merita».

Come già sui vari red carpet, dove è sembrato calarsi volentieri nei panni dell’animatore del gruppo, ci ha pensato Omar Sy a buttarla in caciara. Al grido «è dal primo giorno che lo voglio fare» ha obbligato tutti gli altri a dare le spalle ai giornalist­i, sedersi davanti al poster ufficiale di Cannes 77 che troneggia nella sala delle conferenze stampa e guardare una palma sospesa nel cielo. Come fanno i protagonis­ti di Rapsodia d’agosto di Akira Kurosawa.

Inaspettat­o

«Il giovane autore che ha vinto il Festival ha portato un tocco vero e inaspettat­o»

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La giuria. Da sinistra: Pierfrance­sco Favino, Nadine Labaki, Lily Gladstone, Greta Gerwig, Juan Antonio Bayona, Eva Green, Omar Sy, Ebru Ceylan e Hirokazu Kore'eda
In posa La giuria. Da sinistra: Pierfrance­sco Favino, Nadine Labaki, Lily Gladstone, Greta Gerwig, Juan Antonio Bayona, Eva Green, Omar Sy, Ebru Ceylan e Hirokazu Kore'eda

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