Il saluto agli eroi dello scudetto Il Milan è pronto a voltare pagina
Il coro Pioli is on fire per il tecnico: «Ringrazio chi mi ha scelto per una squadra speciale»
MILANO Non è stata una partita, è una stata una vera e propria festa d’addio, autentica e intensa, con gli abbracci, le emozioni, le lacrime e tutto il resto. O meglio lo è stata nel secondo tempo, visto che per tutto il primo è andata avanti la protesta contro la società da parte dei tifosi, rimasti in silenzio e con le bandiere ammainate. «Non esiste stagione senza vittorie» recita uno striscione in curva sud. La vittoria in realtà non arriva neanche stavolta, perché contro la Salernitana già retrocessa da tempo finisce in parità, con i campani che rimontano fra 87’ e 89’ dal 3-1 al 3-3 con Sambia e Simy, autore quest’ultimo di una doppietta, dopo i gol rossoneri di Leao, Giroud e Calabria.
Il vero show però inizia alla fine, dopo il fischio dell’arbitro Di Marco, quando i giocatori omaggiano Pioli, Giroud e Kjaer con un «pasillo» in mezzo al campo: ad accomunarli lo scudetto di due anni fa, che li vide protagonisti. Le luci si spengono, Ibrahimovic li abbraccia uno a uno. Emozionatissimo l’attaccante francese, l’uomo della doppietta che valse la rimonta scudetto nel derby nel 2022, pronto a chiudere con i Los Angeles Fc: «Siete stati una famiglia, non vi dimenticherò». Il difensore danese: «Il Milan è stato la più grande gioia della mia vita». Infine l’allenatore, che saluta dopo quattro anni e mezzo: «Ringrazio chi mi ha dato la possibilità di allenare il Milan, questa è una squadra speciale. Abbiamo vinto e perso insieme, ma le emozioni ci rimarranno dentro, avete messo il fuoco nel mio cuore e rimarrà sempre acceso. Non vi dimenticherò». La dedica di Leao: «Grazie mister per avermi fatto diventare grande». I 70mila di San Siro invece gli dedicano il coro cult, «Pioli is on fire», la colonna sonora di questi anni pieni di tutto e del suo contrario. Un modo migliore per dirsi addio non c’era. Il Milan e i milanisti lo ricorderanno come il grande allenatore di uno scudetto vinto da sfavoriti, ma anche come una persona perbene. Un leader.
Ora, il futuro. Con Paulo Fonseca che ha ormai superato la concorrenza e, a meno di colpi di scena, nei prossimi giorni verrà nominato come successore. Per il portoghese 51enne, liberatosi dal Lille di Ligue1, è pronto un contratto triennale da 3 milioni a stagione. L’annuncio ufficiale difficilmente arriverà prima dell’inizio di giugno, anche perché venerdì 31 maggio il Milan sarà a Perth in Australia per giocare un’amichevole con la Roma in omaggio ad Agostino Di Bartolomei. In panchina toccherà a Daniele Bonera, oggi vice di Pioli, ma candidato nella prossima stagione a guidare la formazione Under 23, se ci sarà.
Lo scetticismo nei confronti di Fonseca è diffuso, soprattutto sui social, dove fioccano gli hashtag di protesta, tipo #nonseca, che ricorda parecchio il #pioliout che accompagnò l’arrivo nell’ottobre 2019 del suo predecessore, capace poi però di risalire la corrente. A Fonseca spetterà il compito non semplice di ripetere le sue orme, convincendo un ambiente oggi a terra dopo una stagione difficile, nonostante il secondo posto finale. Il mercato potrebbe essere d’aiuto, anche da un punto di vista ambientale. Fra i 40 milioni derivanti dalla qualificazione alla prossima Champions in formato maxi e l’incasso dell’eventuale cessione di una stella, che potrebbe essere Theo Hernandez o Mike Maignan, il budget potrebbe essere significativo. L’europeo sarà una vetrina decisiva. Si vedrà. «Faremo di tutto per rendere competitivo il Milan del futuro, sarà un lavoro più mirato» promette l’ad Furlani, Il domani è dietro l’angolo. Il resto è già storia.
Ultima volta Ultima volta anche per Giroud e Kjaer, contro la Salernitana finisce 3-3