La solitudine è pericolosa e deve essere combattuta
La solitudine è uno dei principali fattori di rischio di suicidio tra gli anziani. «Non è solo un problema sociale ma anche clinico, poiché aumenta la probabilità di sviluppare depressione, disturbi del sonno e demenza. A causarla spesso sono l’accumularsi di malattie fisiche, la progressiva perdita di autonomia e l’andare in pensione senza un programma chiaro con il pericolo di trovarsi socialmente invisibili, sentirsi inutili ed essere messi da parte da chiunque» spiega Diego De Leo, professore emerito di Psichiatria alla Griffith University in Australia e presidente dell’associazione italiana di psicogeriatria. Nel nostro Paese, secondo l’istat, oltre 600mila persone con almeno 75 anni vivono da sole e i suicidi negli over 65 rappresentano circa il 38% (1.429) di quelli totali (dato 2021). L’80% degli anziani che si tolgono la vita sono uomini. «Perché sono nati in un’epoca in un cui non sono stati abituati a chiedere aiuto» osserva De Leo. In generale, sottolinea lo psichiatra, «si presta poca attenzione ai sintomi depressivi nella terza età che possono portare al suicidio, quali apatia, disinteresse, delusione, malinconia, atteggiamento di disappunto, rabbia e mancanza di speranza per una vita migliore. La cura a questi stati d’animo non si trova in un farmaco antidepressivo». Come l’anziano può prevenire il cattivo umore e i pensieri negativi? «Senz’altro dedicando del tempo ogni giorno a fare passeggiate all’aria aperta, praticando attività fisica di gruppo, come ginnastica dolce o acquagym, iscrivendosi a dei corsi, per esempio di canto, ballo, pittura, giardinaggio o cucina — raccomanda De Leo —. Più si sta in contatto con le altre persone e più si è in grado di riequilibrare le proprie preoccupazioni con quelle degli altri e verso gli altri. Se l’anziano si isola, senza fare niente, ha tutto il tempo per pensare ai suoi malanni e sprofonda in una spirale deleteria. È fondamentale dare un senso alla vita dopo la pensione e programmare nuovi impegni e attività. Non si può immaginare di riempire le giornate giocando a carte oppure andando a pesca».