La moglie e la figlia: «Aveva preoccupazioni ma non si è tolto la vita, lo hanno ammazzato»
Il post di Carolina: non ci avrebbe mai lasciati così
Echeggia nella notte dell’addaura lo sfogo di Francesca Donato, l’eurodeputata che sabato pomeriggio ha trovato il marito strangolato nella loro auto: «Nessuno parli di suicidio». E la figlia Carolina, 21 anni, accanto a lei in quel momento, la fibbia di plastica stretta a cappio ancora negli occhi: «Che nessuno osi dire o anche solo pensare che mio padre si sia suicidato. L’hanno ammazzato».
Nessuno dorme sulla collinetta ad un paio di chilometri dalla spiaggia di Mondello. Accese fino all’alba le luci di questa bella villa dove Angelo Onorato doveva far ritorno all’ora di pranzo, bloccato su una parallela dell’autostrada per l’aeroporto. E nella notte, dopo una lunga deposizione in questura, eccole madre e figlia circondate da parenti e amici, tutti ad interrogarsi anche su una lettera comparsa sabato sera, consegnata alla polizia dall’avvocato Fabrizio Macchiarella. Il tributarista amico al quale l’aveva consegnata: «Aprila se mi succede qualcosa». E anche a lui aveva confidato «una grande preoccupazione» senza dire di cosa si trattasse.
Come aveva già fatto un paio di settimane fa con la sorella Laura che abita a Milano, solo da qualche giorno tranquillizzata: «Sai che la cosa adesso gira a mio favore e forse si sistema?». Aveva rasserenato anche il marito di Laura, Antonio.
L’ultimo parente che avrebbe visto l’imprenditore sabato mattina, a Punta Raisi, in aeroporto, arrivato da Milano per un battesimo. «Ti vengo a prendere io», aveva deciso Onorato. Alle 10 erano già diretti in città. «Ti lascio e corro a Capaci per risolvere un problema, spero in maniera bonaria». Frase che a ieri non risultava ufficialmente agli investigatori.
Se ne parla nella notte senza quiete e in una domenica senza festa. Con l’europarlamentare che si sfoga e ricostruisce: «Sì, Angelo diceva di essere preoccupato. Ma lo ha sempre detto. Lo ripeteva per un parcheggio a Monreale, per i negozi, per un capannone affidato a un supermercato. I problemi ci sono sempre stati. Se avessi però capito che il problema stavolta era più grande del solito, col rischio della vita, sarei andata io alla polizia». Nella lettera, a quanto pare, non ci sono nomi: «Per non mettervi nei guai», avrebbe scritto la vittima di questo giallo, forse con impliciti riferimenti a crediti che non riusciva a incassare col rischio di vedere crescere conseguenti debiti. «Se muoio, sappiate che ho fatto tutto per salvare mia moglie, i miei figli...». Francesca Donato
Le confidenze Alla sorella aveva detto: «Sai che la cosa adesso gira a mio favore e si sistema?»
La frase a un parente «Corro a risolvere un problema, spero in maniera bonaria», avrebbe spiegato
con l’altro figlio, Salvatore, 25 anni, ripercorre e seziona gli ultimi giorni, le ultime ore. Ma sempre escludendo che il marito abbia potuto stringere quella fascetta. Come insiste Carolina in un post: «Le notizie viaggiano alla velocità della luce e spesso inesatte. Quindi sento la necessità di specificare come stanno le cose. Mio padre non era una persona che avrebbe mai lasciato la sua famiglia... e soprattutto per come io stessa insieme a mia madre lo abbiamo trovato, vi dico che non è stato suicidio ma omicidio».