Corriere della Sera

«Noi trans siamo persone»

L’interprete del film «Emilia Pérez» vincitrice della Palma come miglior attrice protagonis­ta Gascón: «Il mio sogno è di essere trattata con rispetto e di avere le stesse opportunit­à di ogni essere umano»

- dal nostro inviato Valerio Cappelli

Che tipo di rapporto ho con mia figlia di 15 anni? Posso dire che ci adoriamo, sono suo padre e anche sua madre, ma sono anche sua amica E questo premio lo dedico a lei

CANNES Quando muove le mani, porta il polso all’indietro, aprendo le dita in modo molto femminile. Sorride: «Le donne spagnole e italiane gesticolan­o in modo esagerato». Da Carlos a Karla.

È la prima volta che un festival premia un’attrice transgende­r. Alla Berlinale c’è il precedente di Thea Ehre, nel 2023, ma come non protagonis­ta, per Till the End of the Night. Karla ha 52 anni e una figlia di 15, con un nome simbolico, Victoria. Madrilena, vive in Messico ed è ancora sposata con sua moglie. «Un premio ensemble», l’ha definito il giurato Pierfrance­sco Favino. Karla Sofía Gascón l’ha condiviso con Zoe Saldana, Selena Gomez e Adriana Paz, le altre protagonis­te di Emilia Pérez, il musical queer su ritmi latini di Jacques Audiard, vecchia volpe del festival, che ha preso il premio della giuria. Ma sul palco c’è lei, Karla, si è commossa e ha pianto disperata, si è rivolta a quelli che nel mondo la pensano come Vannacci, a chi vive di pregiudizi, ha gridato: «Cambiate, bastardi». La vittoria di questo melò (uscirà per Lucky Red) dove si canta e si balla è soprattutt­o sua, il narcotraff­icante Manitas che sogna di diventare Emilia. Finalmente donna. Scoprendo la sua femminilit­à si redime e aiuta le donne con mariti vittime del Cartello, e abbraccia i suoi due amati figli ripresenta­ndosi dall’ignara moglie (Selena Gomez) come cugina sconosciut­a di Manitas.

Karla, lei ha due ruoli, maschile e femminile.

«All’inizio volevano un uomo e una donna, ma hanno capito che sarebbe stato un errore micidiale, come quei vecchi film in bianco e nero dove i bianchi hanno la faccia dipinta per fare i neri. Poi Jacques pensò a me per la parte di Emilia, non per Manitas. Piano piano l’ho convinto che potevo fare entrambi. Ho avuto un problema nel comprimere il seno quando interpreto lui, l’energumeno narcotraff­icante, è stato difficile cantare Voglio cambiare pelle con il corsetto! Non è stato difficile entrare nella pelle di Emilia ma uscirne».

Che rapporto ha con sua figlia?

«Ci adoriamo, sono suo padre, sua madre, ma sono anche sua amica».

La transizion­e...

«L’ho fatta tardi, nel 2018, a 46 anni, in Messico dove vivo. Ho aspettato fin troppo. Ne avevo veramente bisogno. Mia moglie mi chiese: e adesso cosa farai? Le ho risposto, intendi cosa faremo noi due… Sto per oltrepassa­re tutto quello che ho fatto prima. Nel mio passato remoto, parlo degli anni 90, ho lavorato anche alla tv italiana, in un buffo programma (Gommapiuma, ndr). Dopo sono diventato un popolare attore di soap opera. Il mio debutto è stato in Corazon Salvaje. Poi mi considerav­ano una sorta di Ryan Gosling per i miei tanti film d’azione.

Cosa si aspetta dal film? «Noi stiamo soffrendo, siamo denigrate, la mia vittoria sarà commentata con l’odio di sempre, ma con questo film diamo speranza in questo cammino, c’è l’opportunit­à di essere migliori. Puoi comprare tutto ma non l’emozione, accanto a me in sala avevo Justine Triet, la regista di Anatomia di una caduta, era commossa, sul viso scendevano lacrime. È importante per tutte le trans, anche se continuiam­o a essere insultate per strada. Certa gente ci disprezza solo per il fatto di esistere, è paura: paura che il proprio ego non sia più al di sopra. Se qualcuno è infelice del proprio corpo e della propria condizione, perché non può cambiarla? Io se non lotto mi annoio».

Karla, cosa sogna?

«Di essere trattata con rispetto e di avere le stesse opportunit­à di ogni essere umano. Io non voglio che la gente vedendo il film dica: voglio diventare una trans; voglio che ognuno sia ciò che desidera essere nella vita. I trans sono persone, non sono trans people. Non dobbiamo sentirci in colpa. Ora vorrei fare un ruolo da fornaia o pescivendo­la, senza necessaria­mente menzionare la mia transident­ity».

Audiard è un po’ come Bizet, parigino come lui, compose Carmen senza conoscere la Spagna.

«Jacques non parla in spagnolo, mamma mia come ci capiremo, mi dicevo. Lui è più pazzo di me, è il miglior regista di ogni galassia».

 Certa gente ci disprezza solo per il fatto di esistere, è solo paura Se qualcuno è infelice del proprio corpo e della propria condizione, perché non può cambiarla?

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Premiate Nella foto sopra, da sinistra: Adriana Paz, Karla Sofía Gascón, Zoe Saldana e Selena Gomez, ossia le quattro interpreti del film «Emilia Pérez», tutte vincitrici del premio come migliori attrici protagonis­te; a sinistra, Karla Sofía Gascón

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