Corriere della Sera

Un anno da 70 partite Ridurre il gap le prime mosse

- Di Alessandro Bocci

Se, come tutti ci auguriamo, la Fiorentina mercoledì a Atene vincerà la Conference League, dando ulteriore lustro al calcio italiano dopo l’impresa dell’atalanta, saranno nove le squadre italiane a entrare in Europa. Ne siamo orgogliosi e al tempo stesso preoccupat­i. Il campionato è finito e siamo già proiettati su quello che verrà dopo un’estate speriamo azzurra grazie a Spalletti e alla Nazionale. Sarà la stagione più dura di sempre. Dal 14 agosto, la notte in cui l’atalanta sfiderà la vincitrice della Champions nella Supercoppa Europea, al 13 luglio 2025, quando si concluderà il Mondiale per club, non ci sarà un attimo di tregua. Un giocatore di una grande squadra, che punta a arrivare in fondo a tutte le competizio­ni e fa parte di una Nazionale, potrebbe superare la soglia delle 70 partite, un numero logorante per il fisico e per la mente, anche se stiamo parlando di super profession­isti adeguatame­nte preparati. Ridurre la serie A a 18 squadre non risolvereb­be il problema. Siamo davanti a un calcio malato e disperato senza una visione comune che lo aiuti a superare le criticità e il bisogno di soldi. Che cosa dovremo aspettarci? Più stanchezza, più infortuni e meno qualità. Anche per gli allenatori sarà una sorta di anno zero. Inzaghi vuole aprire un ciclo e vista la differenza maturata tra la sua Inter e le rivali è probabile che ci riesca sotto la guida attenta di Marotta. Juve e Napoli promettono di accorciare il gap. Le prime mosse sono condivisib­ili. Thiago Motta è il tecnico rivelazion­e, quello che meglio ha fatto consideran­do il valore del suo Bologna anche se ha lavorato con una partita a settimana e adesso dovrà misurarsi in un’altra dimensione e con un’altra pressione. Dimensioni e pressioni che conosce alla perfezione Conte. Siamo curiosi di vedere se riuscirà a trovare un feeling con De Laurentiis, ma di sicuro sarebbe l’uomo giusto per dare la scossa al Napoli. Il Milan ha scelto Fonseca e molti tifosi sono perplessi. Qualcuno già rimpiange Pioli. Chissà che non lo facciano presto anche gli americani rossoneri.

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