Corriere dell'Alto Adige

IMMIGRAZIO­NE

Le mafie in Africa

- Piero Innocenti ex questore di Bolzano

Che le mafie nostrane siano presenti, su tutto il territorio nazionale, europeo e nelle Americhe, non è una novità. Che questa presenza così pervasiva si sia sviluppata, negli ultimi tempi, anche in terra africana è solo una novità recente.

Il livello di diffusione nel continente nero emerge da una serie di rapporti dell’intelligen­ce americana ed europea e la semplice elencazion­e sulla presenza delle «famiglie» in diversi Stati africani, dovrebbe indurre a serie riflession­i gli organismi di polizia. A Bissau, capitale della Guinea troviamo ancora gli esponenti di Cosa Nostra con i ben noti Cuntrera Caruana. A Casablanca (Marocco), le tre mafie tradiziona­li italiane si sono divise il territorio urbano: una fetta alla Camorra dei Marano, dei Casalesi e di Torre Mondragone, un’altra porzione ai siciliani di Porta Nuova, Brancaccio e Della Noce e spazio anche per le cosche Barbaro di Platì, Arena di Capo Rizzuto, Di Giovine di Reggio Calabria, Sergi di Platì e Morabito di Africo. Le stesse «agenzie» ‘ndrangheti­ste le troviamo a Dakar (Senegal) e a Lomè (Togo), affiancate dai Mancuso di Limbaldi di Vibo Valentia e dai Pesce di Rosarno (Reggio Calabria). A Ensuru e Winohek (Namibia), prosperano le famiglie mafiose palermitan­e (di Partinico, Terrasini, Cinisi, San Lorenzo). Mentre a Johannesbu­rg e Città del Capo (Sud Africa) ha fatto la bella vita Vito Roberto Palazzolo, il «cassiere» del capo mafioso Provenzano. Questi sono alcuni esempi.

Il traffico di cocaina rappresent­a sempre l’attività principale mentre con la ripulitura del denaro da narcotraff­ico si stanno realizzand­o interessan­ti investimen­ti nei settori alberghier­o e della gastronomi­a. È noto che negli ultimi anni grossi quantitati­vi di cocaina provenient­i dal Sud America arrivano nei paesi dell’Africa occidental­e ed orientale e da qui verso il mercato europeo.

«Agenzie» di rappresent­anza della mafia calabrese sono presenti, da molti anni, in Germania. Nonostante gli arresti dal 1997 al 2012, sia in Germania che in altri Paesi, la presenza di gruppi ndrangheti­sti è sempre consistent­e.

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