Alta fedeltà
Sessant’anni di scena musicale a Bolzano e dintorni in un volume Mezzo secolo nel libro di Daniele Barina e Paolo Crazy Carnevale
Quasi trecento pagine e un cd con undici tracce per celebrare «Sessant’anni di scena musicale a Bolzano e dintorni». Sono solo alcuni dei numeri del libro Alta fedeltà scritto da Daniele Barina e Paolo Crazy Carnevale (Edizioni Alphabeta) che verrà presentato domani alla Biblioteca Civica di Bolzano (ore 18). Il volume, dedicato al chitarrista Franco Condè, scomparso poche settimane fa, è una vera e propria antologia della scena musicale rock, pop, folk e jazz del capoluogo altoatesino a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso. Un testo che è anche una rivendicazione, perché, come si legge nell’introduzione: «Lo si voglia o no, Bolzano è stata ed è anche quella che emerge dai racconti dei suoi musicisti alternativi. Quella degli organizzatori di concerti e festival, dei discografici, delle radio, dei negozi di dischi e di strumenti musicali, delle discoteche, delle cantine, dei bar dove si suona dal vivo e, soprattutto, del pubblico che frequenta questi luoghi. Una varia umanità che ha tenuto aperte le coscienze quando tutto era chiuso e ha tenuto questa provincia connessa con il resto del mondo molto tempo prima che la politica anche solo cominciasse a pensarci».
Un libro scritto al momento giusto, perché il panorama descritto da Alta fedeltà è molto cambiato, perché la «rivoluzione digitale» ha profondamente mutato il modo di ascoltare, suonare e produrre la musica. Non per niente, uno degli autori Paolo Crazy Carnevale, pensa che sotto alcuni aspetti si siano fatti dei passi indietro: «La musica e i concerti creavano aggregazione, anche tra italiani e tedeschi. Per un certo periodo, principalmente quello dei concerti open air c’era molta più disponibilità a vedere ed ascoltare di tutto».
Ancora: «Ora ci sono cose per italiani e cose per tedeschi, la musica anni settanta-ottanta era più aggregante e nei gruppi locali c’era maggiore contaminazione etnica e di conseguenza anche ai loro concerti. Per i live dei gruppi locali di quegli anni si riusciva a far pagare il biglietto a oltre cinquecento persone, oggi è molto più difficile».
Una contaminazione che, però, piaceva poco alla politica locale, tanto che, come ricorda Carnevale, «Alcuni gruppi come gli Artificial Joy di Siusi erano pesantemente boicottati dalla stampa tedesca per il loro anticonformismo a trecentosessanta gradi».
Polemiche che, probabilmente, facevano benissimo all’intero mondo musicale locale, visto che, come ammette lo stesso Carnevale: «Negli anni Settanta i gruppi si autogestivano, si organizzavano i concerti e si stampavano i manifesti, come nel resto d’Italia. L’impressione che si ha a decenni di distanza, è che la pubblica amministrazione si sia oggi appropriata di quello che prima boicottava».
Alla questione è dedicato un apposito paragrafo, Quando lo sponsor è il sistema ma gran parte delle pagine del libro è dedicato a tutt’altro, ovvero a un passato pieno di decine di piccole stelle musicali che raramente sono riuscite a brillare fuori dalla regione, ma che hanno reso il libro molto più originale.
«Il libro — precisa Carnevale — nasce da un’idea di Matteo Meloni della Biblioteca Civica che lamentava la mancanza di un libro sulla musica prodotta a Bolzano. L’assessora Patrizia Trincanato e il direttore della biblioteca, Ermanno Filippi, hanno accolto la sua proposta e hanno incaricato Daniele Barina di scriverlo. Io sono stato coinvolto a causa della mia lunga frequentazione con l’ambiente musicale bolzanino».
Gli autori hanno, innanzitutto, delimitato il campo perché, spiega sempre Carnevale: «Non potevamo occuparci di tutta la musica di tutta la provincia. Abbiamo quindi deciso di occuparsi solo di gruppi o cantanti che hanno prodotto musica originale e che descrivesse solo la scena di Bolzano con alcune interazioni inevitabili con Merano, Laives e con la Bassa Atesina. Nonostante queste delimitazioni nel libro compaiono circa seicento gruppi o artisti solisti».
Il rischio di lamentela da parte degli esclusi dovrebbe, quindi essere scongiurato, ma il volume contiene anche molti aneddoti, alcuni legati a star quali Sting o James Brown. Per chiudere l’intervista abbiamo chiesto a Carnevale quale è il suo preferito: «Ne cito uno che ho appreso scrivendo il libro. Negli anni sessanta giunse a Bolzano un sedicente discografico francese che propose a molti gruppi di registrare un 45 giri nel suo furgone attrezzato. Una volta incassato il denaro, però, è scomparso. È un episodio che mi ricorda il film di Tornatore L’uomo delle stelle ».
Curiosità Il testo contiene aneddoti legati a Sting e James Brown