A22 «IN HOUSE» DELRIO APRE UNO SPIRAGLIO
Delrio: «L’Europa pone problemi sulla proroga, ma è attenta alle società pubbliche»
Si torna a parlare del progetto di gestione in house dell’autostrada del Brennero. Ieri, nella sua visita a Trento per l’inaugurazione della nuova sede di Itas, il ministro Graziano Delrio lo ha fatto capire in maniera piuttosto chiara anche se l’Europa solleva obiezioni.
TRENTO A volte, ritornano. Questa volta, si tratta del progetto di gestione in house dell’autostrada del Brennero. Ieri, nella sua visita a Trento per l’inaugurazione della nuova sede di Itas, il ministro Graziano Delrio lo ha fatto capire in maniera piuttosto chiara: l’Europa solleva molte obiezioni all’idea, che comunque il governo sta portando avanti, di proroga della concessione. Il piano B, cui invece l’Europa guarderebbe con grande interesse, è appunto una società di gestione in house , ossia in mano agli enti locali. In altre parole, il progetto che per anni Lorenzo Dellai cercò di realizzare: una società pubblica che con i soldi dell’autostrada finanzia la ferrovia del Brennero e le opere accessorie che serviranno.
Il ministro delle Infrastrutture si è presentato ieri mattina nel quartiere Albere di Trento, con una puntualità insolita per un suo pari, a bordo di una Renault Laguna che ha fatto sfigurare — ma al contrario — la lunga teoria di Audi che hanno accompagnato le autorità locali. Prima di salire sul palco, si è concesso alle domande dei cronisti. In testa, il futuro di A22. «Le gare — ha esordito — sono la regola, non l’eccezione. A22 l’aveva fatta, anche se è stata sospesa dal Consiglio di Stato. Stiamo valutando con l’Unione europea tutte le casistiche contemplate dall’articolo 5 dello Sblocca Italia per capire come superare le difficoltà che l’Unione ci pone. Dobbiamo tornare alla normalità e le gare sono la regola, non l’eccezione». Fino a qui, l’indicazione pare chiara: il Trentino Alto Adige si rassegni, faremo la gara.
Invece no, o almeno Delrio e il governo seguiranno un’altra strada se, come pare ormai probabile, l’Europa dirà no alla proroga ad Autobrennero e alle altre società autostradali italiane: «L’Unione — ha spiegato il ministro — ha emanato delle direttive in cui guarda con particolare attenzione a una società in house partecipata da enti locali ed enti pubblici».
Solo un’ipotesi di scuola? No, chi ha avuto modo di parlare ieri in separata sede con Delrio assicura che il governo non solo si è impegnato a insistere per la proroga della concessione, ma sta anche studiando seriamente l’ipotesi di approntare una società in house per A22. Anche perché, di fondo, resta la solita domanda: qual è la società privata che non solo si rende disponibile ad accantonare risorse per finanziare il proprio concorrente, la ferrovia, ma si preoccupa anche di vedere il territorio come qualcosa da arricchire, invece che da depredare? Come noto, per diventare un in house , Autobrennero non farebbe troppa fatica. La partecipazione pubblica è pari all’83,1%, più un 2,5% di Cassa del Trentino. I più grossi azionisti privati sono Cis (7,8%) e Serenissima (4,2%).
Delrio ha concesso anche una battuta sulla Valdastico, confermando che è stata tolta dall’elenco delle grandi opere: «Questione sempre annosa, col presidente il confronto è costante. Le leggi obiettivo saranno sempre meno, se tutto è grande opera nessuna lo è realmente». Poco dopo, nel rapido pranzo tenutosi alle Albere, l’assessore Mauro Gilmozzi ha avuto modo di presentare a Delrio un lungo elenco di opere per la messa in sicurezza del territorio che sarebbero cantierabili e finanziabili, come vuole il governo, per il 50% dagli enti locali: la Provincia. «Si tratta di lavori per circa 40 milioni di euro — ha spiegato — che riguardano soprattutto la messa in sicurezza di Trento: diga di Stramentizzo, Avisio e Adige». Delrio non ha detto né sì, né no. «Il governo ha un piano per il dissesto, chi ha progetti pronti e cantierabili avrà un’attenzione».