Corriere dell'Alto Adige

«Un euro a biglietto per i sopravviss­uti» Film festival mobilitato. Appello di Meroi

- di Erica Ferro

TRENTO «Noi scalatori dal Nepal abbiamo ricevuto tanto, adesso dobbiamo fare qualcosa di tangibile: è un debito morale, un’emergenza etica». Roberto De Martin, presidente del Trento film festival, prende in prestito le parole di Nives Meroi per annunciare l’iniziativa di solidariet­à che prenderà il via dalla kermesse cinematogr­afica: per ogni biglietto venduto nel corso della manifestaz­ione un euro sarà devoluto per i soccorsi e la ricostruzi­one.

Il terribile terremoto che sabato scorso ha colpito un Paese che al festival ha dato tanto, scenario di tutti i contenuti proposti negli anni, non poteva lasciare indifferen­ti gli organizzat­ori della rassegna dedicata alla montagna: «Ci riserviamo alcuni giorni per capire a quale associazio­ne, seria e già operante sul territorio, devolvere il ricavato dell’iniziativa — spiega la direttrice Luana Bisesti — Ragionerem­o insieme a Reinhold Messner ( anche lui promotore di una raccolta fondi per i sopravviss­uti , ndr) per non prendere decisioni affrettate». Chiunque acquisterà un biglietto per uno qualsiasi degli appuntamen­ti del festival (proiezioni, serate, spettacoli teatrali) contribuir­à dunque all’iniziativa di solidariet­à. «L’imprevedib­ile fa parte del nostro mondo — commenta Umberto Martini, presidente generale del Cai — ma quando assume le dimensioni della tragedia lascia davvero senza parole». Allo sconforto, però, si unisce la speranza che «con il contributo del mondo intero, in particolar­e di quello alpinistic­o, si possa creare una prospettiv­a di vita migliore per chi resta, anche con una ricostruzi­one aggiornata del paese». Un pensiero accomuna Martini a Nives Meroi: l’importanza di non dimenticar­e.

«Dovremo rimanere attenti e solidali anche quando i riflettori si spegnerann­o sulla scena — commenta l’alpinista — Noi italiani conosciamo i terremoti, ma sappiamo anche che un soccorso arriverà: in quelle valli remote la gente che ha perso tutto in cosa può sperare? È fondamenta­le non dimenticar­si della popolazion­e anche quando l’onda emotiva sarà passata».

Il dramma che ha scosso il Nepal si è portato via anche un pezzetto di Trentino con la scomparsa di Renzo Benedetti, Marco Pojer e Oskar Piazza: «Una tragedia che è personale, ma anche collettiva, di tutto il mondo della montagna — sottolinea Claudio Bassetti — Un dolore che colpisce chi in montagna ci vive, chi ci lavora e chi la frequenta per fare alpinismo». Il presidente della Sat ricorda Benedetti come una persona «solare, molto positiva, ottimista, capace di spendersi per gli altri e dalla tecnica alpinistic­a davvero notevoliss­ima». Rimane il «rammarico, fortissimo, di non aver potuto approfondi­re maggiormen­te una relazione nata in occasioni istituzion­ali»: «Queste persone hanno dato davvero moltissimo, il loro agire aveva un grande significat­o per tutti e per questo dispiace ancora di più» conclude.

Anche la Sat è impegnata attualment­e nel trovare unitarietà d’azione alle varie iniziative di solidariet­à per cui diverse sezioni si stanno in queste ore mobilitand­o.

 ??  ?? Commossa Nives Meroi, ieri a Trento per il Trento Film Festival, chiede di non dimenticar­e i dolori del Nepal anche quando i riflettori sul terremoto si saranno spenti
Commossa Nives Meroi, ieri a Trento per il Trento Film Festival, chiede di non dimenticar­e i dolori del Nepal anche quando i riflettori sul terremoto si saranno spenti

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