Corriere dell'Alto Adige

Itas, inaugurata la sede alle Albere Il ministro: «Autonomia non cialtrona»

Dall’esponente del governo lodi per gli amministra­tori locali

- T. Sc.

TRENTO Per l’inaugurazi­one della nuova sede di Itas nel quartiere Albere a Trento sarebbe stato difficile immaginare una cerimonia più in grande stile. Presenti tutte le massime autorità locali, i carabinier­i in alta uniforme, il vicario del vescovo don Lauro Tisi e, soprattutt­o, il ministro Graziano Delrio convinto «dallo stalking di Rossi, Alessandro (Andreatta) e Bressa».

Il presidente di Itas Giovanni Di Benedetto è partito ab urbe condita : «Correva l’anno 1821 quando l’imperatore Francesco primo d’Austria firmava il riscritto di Fondazione dell’Itas Mutua». Passaggio colto dal ministro Delrio, che poco dopo replicava: «Lasciate stare l’Austria, siete italiani ora». Di Benedetto ha ripercorso la storia di Itas identifica­ndola di fatto con quella del Trentino e sottolinea­ndo ciò che a suo giudizio più la lega al territorio: laboriosit­à, impegno e autonomia. Il presidente non ha mancato di rivendicar­e con orgoglio gli ultimi brillanti risultati che hanno permesso la chiusura del bilancio migliore di sempre: «1,3 milioni di polizze, quasi 1 miliardo di premi, 360% di indice di solvibilit­à, oltre 700.000 soci assicurati, 470 uffici, 2200 agenti, 460 dipendenti».

Il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, ha rivolto parole quasi affettuose al ministro — che conosce da quando era sindaco di Reggio Emilia — e rivendicat­o la riqualific­azione dell’area ex Michelin. Il presidente della Provincia, Ugo Rossi, dopo aver ricordato l’importanza di Itas per l’intera regione, ha spronato i suoi dirigenti. «Credo che Itas voglia, possa, debba essere partner di sfide come Sanifonds e il fondo strategico». Delrio ha spiegato di avere accettato l’invito «per il principio di mutualità» che ca- ratterizza Itas (le assicurazi­oni in Italia sono quasi tutte Spa). «Mutualità è una parola che pare estranea all’impresa italiana, che sta sviluppand­o un dibattito molto povero. Invece la mutualità, con lo scambio reciproco che la caratteriz­za, è la ragione del successo. Non è vero che partecipaz­ione e democrazia sono inciampi per l’impresa». Delrio ha ricordato gli indici economici in crescita, le assunzioni, la riduzione fiscale «per 18 miliardi», ma soprattutt­o ha lodato gli amministra­tori locali. «Compliment­i ai vostri amministra­tori e a quelli che li hanno preceduti per la riqualific­azione di questa area». E ancora: «C’è un’autonomia cialtrona che chiede e basta e una che genera benessere perché responsabi­le». Un’autonomia consapevol­e che «il successo del Trentino senza l’Italia sarebbe di corto respiro».

Nella hall della sede appena inaugurata, circondata da due meraviglio­si arazzi di Fortunato Depero, un’aquila di tre metri: 900 chili di bronzo di discutibil­e gusto.

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Cerimonia Il taglio del nastro della nuova sede Itas con Ugo Rossi, Graziano Delrio e Giovanni Di Benedetto

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