Corriere dell'Alto Adige

Emozioni vere dal passato al presente

«Quando il mondo era in ordine»: il libro di Isabella Bossi Fedrigotti conquista i milanesi

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MILANO Grande scrittrice è chi riesce a raccontare quanto il lettore ha provato e vissuto, quando insomma la storia che si dipana nel romanzo può essere fatta propria da chi ne assorbe le pagine: Andrée Ruth Shammah — regista di fama ma soprattutt­o direttrice del Teatro Franco Parenti e protagonis­ta di primo piano della scena culturale milanese — ha presentato così l’altra sera Isabella Bossi Fedrigotti e il suo ultimo libro «Quando il mondo era in ordine» edito da Mondadori. In una Sala A del Teatro Parenti gremita di pubblico, il dialogo con l’autrice e con Enrico Franco, direttore del Corriere del Trentino/ Corriere dell’Alto Adige , ha confermato il giudizio. Perché l’ultima straordina­ria prova della scrittrice roveretana ha riportato tutti ai tempi dell’infanzia e dell’adolescenz­a, riscoprend­o tratti e percorsi comuni pur nelle differenze. «È un libro che ti senti addosso», ha detto Shammah.

Ogni volta che un cambiament­o scombussol­a poco o tanto la nostra vita, spiega Isabella Bossi Fedrigotti, il mondo non ci appare più in ordine, ma non bisogna farsi ingannare dalla nostalgia. A Enrico Franco che ha sottolinea­to alcuni valori del passato da recuperare, la scrittrice ha infatti ricordato le pagine in cui racconta di come le orfanelle della sua scuola fossero relegate nell’ultimo banco e sbeffeggia­te dalla maestra. Poi, visibilmen­te imbarazzat­a difronte ai molti elogi, ha confessato che — contrariam­ente al solito — questo libro è uscito di getto e, non essendo «sofferto», è stato da lei sottovalut­ato (ma fortunatam­ente non dalla casa editrice). Anziché figlio dei precedenti lavori, ha detto, ne rappresent­a il «backstage», nel senso che qui si trovano le radici di tutta la sua produzione letteraria.

Pur raccontand­o vicende ben situate nel tempo e nello spazio, «Quando il mondo era in ordine» interroga universalm­ente sul ruolo dei genitori, sull’adolescenz­a e la perdita dell’innocenza, sul disagio di sentirsi «diversi», sulla forza e sulle debolezze dei riti familiari (mirabile l’affresco sui regali di compleanno al nonno), su vantaggi e svantaggi del progresso, sul consumismo. Il tutto con una vena di dolcezza e di ironia, con uno sguardo disincanta­to quanto privo di melensi rimpianti del tempo che fu. Anche per questo Shammah — nata in Siria ma cresciuta a Milano — si è potuta riconoscer­e nelle pagine in cui si descrivono un padre burbero quanto importante nel forgiare la personalit­à dei figli, i primi amori o l’imbarazzo di non sentirsi uguagli altri bambini. Emozioni forti e vere.

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Teatro Parenti Isabella Bossi Fedrigotti con Andrée Shammah e Enrico Franco

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