«Provette scambiate, decesso misterioso»
Iniziate le operazioni dei periti. C’è l’ok alla sepoltura della donna
BOLZANO Sono iniziate ieri le operazioni del perito della procura e della ventina di consulenti di parte sul corpo di Shakuntala Lal, la donna indiana di 62 anni morta nel mese di dicembre all’ospedale San Maurizio di Bolzano. Il corpo della donna, inizialmente manipolato dallo staff medico dell’ospedale prima di informare la Procura dello scambio di provette e del decesso sospetto, si trovava da allora in una cella frigorifera. Gli organi erano già stati espiantati. Il perito nominato dal gip Andrea Pappalardo ha acquisito un campione per ciascuno degli organi e nei prossimi mesi analizzerà il loro stato con i consulenti di parte nominati dall’avvocato di parte civile Amanda Cheneri (Roberto Rondinelli dello studio Cortivo di Padova), dal pm Andrea Sacchetti (il dottor Miceli di Trento) e dei diciassette medici e operatori indagati per cooperazione colposa in omicidio.
Al termine dell’acquisizione dei campioni il corpo è stato finalmente restituito al marito della donna, che ora porterà la salma in India dove le figlie attendono lo svolgimento dei funerali secondo il rito indiano che ne prevede la cremazione. «Il problema di questo caso riguarda anche il fatto che non c’è scritto da nessuna parte, su nessun documento, quale sia stata la causa di morte della signora» spiega l’avvocato di parte civile.
«Nessuno ci ha detto di cosa sia morta la signora, che fino a poco prima era perfettamente in salute a parte un lieve diabete. Si tratta di una situazione — quella dello scambio di provette — che portò certamente a ritardi non solo nello svolgimento degli esami diagnostici come la Tac, ma anche nel fornire alla signora le cure successive al secondo ricovero ospedaliero» precisa l’avvocato Amanda Cheneri.