«La vita è un viaggio»
«In fin dei conti lo spettacolo mette in scena una scalata che ci avvicina al tema della montagna: quella di due generazioni che partono da due vallate diverse, ma con l’impegno alla fine riescono a ritrovarsi in cima. Da lassù possono dialogare, aprire lo sguardo sull’altra parte del mondo». Ci conduce con questa metafora in atmosfera di Trento Film Festival Beppe Severgnini, editorialista del Corriere della Sera , scrittore, al suo esordio come autore teatrale e attore. Con il suo La vita è un viaggio , infatti, oggi alle 21, al Teatro Sociale di Trento, Severgnini sarà il protagonista della serata di apertura del 63esimo Trento Film Festival. Con lui, Marta Isabella Rizi e la cantante musicista Elisabetta Spada. Musiche originali di Kiss & Drive, regia di Francesco Brandi. Lo spettacolo, liberamente tratto dai libri La vita è un viaggio e Italiani di domani (Rizzoli), narra l’incontro tra un professionista cinquantenne e un’attrice ventottenne, bloccati tutta una notte in aeroporto in seguito alla cancellazione dei voli.
«All’inizio l’uomo vuole apparire molto sicuro di sé, pedante, insopportabile — racconta Severgnini — Durante i novanta minuti dello spettacolo, emergono però anche i suoi dubbi, le insicurezze e tentazioni di chi “ha passato” i cinquanta. La ragazza butta fuori tutto: esasperazione, stanchezza, paura, lui invece si nasconde. Lei lo aiuta in modo sottile, il cambiamento è lento, e alla fine lui è una persona diversa».
È un uomo che giudica a priori, lo capiamo dai primi istanti, quando si lancia in una lezione, anche divertente, sull’opportunità quasi socio-culturale di scegliere un trolley a quattro ruote, anziché a due come quello di Marta. «È paternalista — approfondisce Severgnini — e solo attraverso il dialogo comprende che “paterno” è un aggettivo simile, dal significato però molto diverso. Il processo è graduale: una delle parole chiave del percorso è “incoraggiamento”. Quando lui inizia a fare dei ragionamenti sull’incoraggiamento, si intuisce che sta intravvedendo il modo di aiutare la ragazza».
«È una domanda di Marta a segnare la frattura narrativa — riprende l’autore — “Posso chiederle un consiglio?”: lo affronta con modo diretto, e lui rimane sorpreso. “Basta che richieda una risposta lunga e che ci conduca nel nostro viaggio al termine della notte”, risponde».
Da questo momento, i due non parlano e basta: iniziano ad ascoltarsi. «L’uomo fa ridere la ragazza narrandole una storia sugli aeroplani, le difese si allentano. “Lo sa che è un po’ strano lei, strano ma non male”, si lascia scappare Marta».
La strada si spiana ed eccoli quasi a giocare: libri, film, canzoni preferite. Scoprono di aver letto entrambi Le notti bianche di Dostoevskij, di amare la musica dei Beatles e i film di Woody Allen.
«Parlano anche di lavoro — aggiunge Severgnini — e delle caratteristiche per avere successo. “Quattro cose che cominciano per ‘t’ la sollecita lui. “Tonno, tachipirina, tantodenaro”, ironizza lei. E lui: “Ma no, meglio talento, tenacia, tempismo, tolleranza”».
Uno spettacolo che porta in scena WhatsApp, Facebook, il governo Renzi, i migranti: «L’attualità trasformata in rappresentazione teatrale — aggiunge lo scrittore di successo — e questa è una novità. A quanto mi risulta, inoltre, credo che in Italia sia la prima volta in assoluto che un giornalista in attività interpreta un personaggio teatrale». Quella in programma a Trento è la trentaduesima rappresentazione. A giugno la pièce approderà a Bruxelles e per l’autunno sono previste altre diciotto date, con conclusione a Roma il prossimo gennaio.