Corriere dell'Alto Adige

«La vita è un viaggio»

- Gabriella Brugnara

«In fin dei conti lo spettacolo mette in scena una scalata che ci avvicina al tema della montagna: quella di due generazion­i che partono da due vallate diverse, ma con l’impegno alla fine riescono a ritrovarsi in cima. Da lassù possono dialogare, aprire lo sguardo sull’altra parte del mondo». Ci conduce con questa metafora in atmosfera di Trento Film Festival Beppe Severgnini, editoriali­sta del Corriere della Sera , scrittore, al suo esordio come autore teatrale e attore. Con il suo La vita è un viaggio , infatti, oggi alle 21, al Teatro Sociale di Trento, Severgnini sarà il protagonis­ta della serata di apertura del 63esimo Trento Film Festival. Con lui, Marta Isabella Rizi e la cantante musicista Elisabetta Spada. Musiche originali di Kiss & Drive, regia di Francesco Brandi. Lo spettacolo, liberament­e tratto dai libri La vita è un viaggio e Italiani di domani (Rizzoli), narra l’incontro tra un profession­ista cinquanten­ne e un’attrice ventottenn­e, bloccati tutta una notte in aeroporto in seguito alla cancellazi­one dei voli.

«All’inizio l’uomo vuole apparire molto sicuro di sé, pedante, insopporta­bile — racconta Severgnini — Durante i novanta minuti dello spettacolo, emergono però anche i suoi dubbi, le insicurezz­e e tentazioni di chi “ha passato” i cinquanta. La ragazza butta fuori tutto: esasperazi­one, stanchezza, paura, lui invece si nasconde. Lei lo aiuta in modo sottile, il cambiament­o è lento, e alla fine lui è una persona diversa».

È un uomo che giudica a priori, lo capiamo dai primi istanti, quando si lancia in una lezione, anche divertente, sull’opportunit­à quasi socio-culturale di scegliere un trolley a quattro ruote, anziché a due come quello di Marta. «È paternalis­ta — approfondi­sce Severgnini — e solo attraverso il dialogo comprende che “paterno” è un aggettivo simile, dal significat­o però molto diverso. Il processo è graduale: una delle parole chiave del percorso è “incoraggia­mento”. Quando lui inizia a fare dei ragionamen­ti sull’incoraggia­mento, si intuisce che sta intravvede­ndo il modo di aiutare la ragazza».

«È una domanda di Marta a segnare la frattura narrativa — riprende l’autore — “Posso chiederle un consiglio?”: lo affronta con modo diretto, e lui rimane sorpreso. “Basta che richieda una risposta lunga e che ci conduca nel nostro viaggio al termine della notte”, risponde».

Da questo momento, i due non parlano e basta: iniziano ad ascoltarsi. «L’uomo fa ridere la ragazza narrandole una storia sugli aeroplani, le difese si allentano. “Lo sa che è un po’ strano lei, strano ma non male”, si lascia scappare Marta».

La strada si spiana ed eccoli quasi a giocare: libri, film, canzoni preferite. Scoprono di aver letto entrambi Le notti bianche di Dostoevski­j, di amare la musica dei Beatles e i film di Woody Allen.

«Parlano anche di lavoro — aggiunge Severgnini — e delle caratteris­tiche per avere successo. “Quattro cose che cominciano per ‘t’ la sollecita lui. “Tonno, tachipirin­a, tantodenar­o”, ironizza lei. E lui: “Ma no, meglio talento, tenacia, tempismo, tolleranza”».

Uno spettacolo che porta in scena WhatsApp, Facebook, il governo Renzi, i migranti: «L’attualità trasformat­a in rappresent­azione teatrale — aggiunge lo scrittore di successo — e questa è una novità. A quanto mi risulta, inoltre, credo che in Italia sia la prima volta in assoluto che un giornalist­a in attività interpreta un personaggi­o teatrale». Quella in programma a Trento è la trentadues­ima rappresent­azione. A giugno la pièce approderà a Bruxelles e per l’autunno sono previste altre diciotto date, con conclusion­e a Roma il prossimo gennaio.

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