Corriere dell'Alto Adige

La preoccupaz­ione degli agenti «Se l’Austria chiude le frontiere la situazione diventerà esplosiva»

- Valentina Leone

BOLZANO Donne, bambini, ragazzi, uomini. Vengono dall’Eritrea, dal Mali, dalla Somalia. In fuga verso il Nord Europa, da giorni affollano la stazione di Bolzano e del Brennero, in attesa di eludere i controlli e salire su un treno per l’Austria o la Germania, verso una nuova vita. Tra loro, e tra i volontari impegnati quasi 24 ore su 24 nell’ accoglienz­a, inizia il viaggio della delegazion­e del Coisp, sindacato di polizia, guidata dal segretario Franco Maccari, in visita ieri a Bolzano per verificare le condizioni di lavoro dei colleghi operanti nelle due stazioni. Un servizio lodato dal Questore di Bolzano Lucio Carluccio, che ieri in una nota si è compliment­ato per «l’eccezional­e impegno profuso dalla Polizia di Stato nel fronteggia­re le note criticità».

La giornata si apre con un incontro tra la delegazion­e e il Prefetto Margiacchi, durante il quale il segretario Maccari ha esposto le problemati­che riscontrat­e: mancanza di mezzi, pochi uomini da destinare al pattugliam­ento delle stazioni, emergenza sanitaria i temi portati all’attenzione del Commissari­o del Governo. «L’asse Bolzano - Brennero è diventata un imbuto: da Lampedusa fino all’Alto Adige i profughi scompaiono, per poi materializ­zarsi su questi binari tentando l’ assalto alla diligenza». Maccari prova a spiegare l’emergenza partendo dal suo epicentro: la delegazion­e visita la stazione di Bolzano, e alle 12, insieme ai molti migranti in fuga verso il confine, prende il treno diretto a Brennero. « Questo congestion­amento — spiega Maccari — ha delle responsabi­lità: lo Stato non comprende la straordina­rietà della situazione, e noi stiamo esaurendo i pochi mezzi a disposizio­ne. Si continuano ad aprire sale di accoglienz­a, punti di ristoro, ma gli uomini in servizio sono sempre troppo pochi». L’emergenza è alle porte, e l’Alto Adige rischia di trasformar­si in un pericoloso collo di bottiglia: il 7 e 8 giugno, infatti, in Baviera, si terrà il G7. Un appuntamen­to per il quale si prevedono già no - global in arrivo da tutta Europa. Proprio per questo, Germania e Austria intendono chiudere le frontiere. «Non c’è ancora ufficialit­à, ma la voce corre insistente­mente: se così fosse, i profughi verrebbero bloccati uno per uno alla frontiera, creando per noi una situazione esplosiva», spiega Fulvio Coslovi del Coisp. Ponte Gardena, Bressanone, Fortezza: qualcuno tra gli oltre 50 profughi saliti sul treno, temendo controlli, si disperde nelle varie stazioni. Ma è all’arrivo al Brennero che tramonta qualsiasi dubbio sull’ordinariet­à della situazione: quasi un centinaio di profughi staziona tra i binari, alcuni volontari distribuis­cono tè caldo e cibo, fanno da cuscinetto tra lo smarriment­o e la disperazio- ne di questi uomini e le forze dell’ordine. Solo 7, invece, gli uomini della Polfer in servizio. «Con questi numeri e l’impossibil­ità di fare indagini, i ‘passeur’ prenderann­o piede e si creerà l’ennesima speculazio­ne a danno dei migranti», aggiunge Coslovi.

«A settembre scorso abbiamo chiesto dei rinforzi, e per tutta risposta ci è stato assegnato un solo uomo in più. A dicembre, invece, per la prima volta, è stato effettuato un servizio di pulizia straordina­rio: qui a Brennero in un solo anno sono transitati 5.273 migranti, è evidente — chiosa Maccari — che senza contromisu­re adeguate rischiamo un’emergenza sanitaria senza precedenti». «Peraltro, la polizia austriaca ha problemi simili, anche se loro riescono a comunicare meglio con gli organi centrali», commenta Coslovi a margine dell’ incontro informale tenutosi nel pomeriggio a Brennero con i colleghi d’oltralpe.

Alle 13:45, al binario 7, le parole prendono forma: arriva il treno diretto a Innsbruck, e la Polfer ha l’ordine di presidiare le carrozze, insieme agli uomini della polizia austriaca già a bordo del treno. Le chiamano «scorte trilateral­i», ma sono appena 7 agenti contro decine di migranti, intenziona­ti a salire ad ogni costo. Tentano di nasconders­i ovunque e la polizia ispeziona il treno palmo a palmo. Non appena una porta resta sguarnita, un gruppetto prova a salire, sperando di passare inosservat­o. Alla fine, il treno parte, e qualcuno, dalla carrozza, alza il pollice: è fatta, per ora.

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Dialogo Profughi al Brennero, A destra, Franco Maccari, segretario «Coisp» A sinistra, il prefetto Margiacchi, che ha incontrato gli agenti

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