Corriere dell'Alto Adige

Padoan: «Le regioni virtuose potranno investire»

Patto Stabilità, il ministro apre spiragli

- Alessandro Papayannid­is

«Stiamo rivedendo il patto di stabilità in modo che si possa avere il massimo possibile della flessibili­tà, favorendo le Regioni più virtuose, che potranno investire». Così i ministro Padoan al Festival dell’economia.

TRENTO «Stiamo rivedendo il patto di stabilità in modo che Regioni e Comuni possano avere il massimo possibile della flessibili­tà, favorendo in particolar­e le Regioni più virtuose». Pier Carlo Padoan, ministro dell’economia, ieri a Trento ha portato una buona notizia al governator­e Ugo Rossi, che in mattinata aveva lamentato pubblicame­nte il fatto che il Trentino ha in cassa 1,2 miliardi di euro fermi. Padoan ha parlato ha anche confermato che il governo sta studiando «misure di flessibili­tà in uscita per chi è vicino all’età della pensione» in modo da «liberare spazi per l’occupazion­e giovanile, e ha anche rivelato che l’Italia ha chiesto all’Unione europea «un sostegno comune alla disoccupaz­ione».

I conti delle Regioni

«Il Trentino — ha tuonato Rossi — ha 1,2 miliardi di cassa fermi. Dentro la logica di revisione del patto di stabilità interno chiediamo di liberare parte di queste risorse per rilanciare gli investimen­ti ma anche per abbattere il debito dei nostri Comuni. In Trentino abbiamo programmat­o 70 milioni di investimen­ti per completare la copertura della banda ultralarga. Questi sono classici investimen­ti che andrebbero tenuti fuori dal patto; per ripartire, il Paese deve superare l’assurdo per cui le Regioni che hanno avanzi di cassa, non solo la nostra, non possono investire per i limiti del Patto». Concetti che il governator­e ha ribadito a Padoan in un incontro in serata, nel Palazzo della Provincia. «Il patto che abbiamo concluso l’anno scorso ha ancora bisogno delle norme di attuazione — spiega Rossi — In attesa della costruzion­e della legge di stabilità, ho informato il ministro del nostro quadro economico, di quanto stiamo facendo, e ho ricordato a Padoan anche la delega per la gestione sul territorio delle agenzie fiscali, che dobbiamo ancora definire». La Provincia si è detta «pronta ad assumersi il costo dell’operazione», così come ha «anche come contributo al risanament­o generale della finanza pubblica». Padoan, poco prima di entrare al teatro Sociale per parlare di Europa, ha chiarito che il governo sta lavorando a una «revisione del patto di stabilità che non sia uguale per tutti, ma che favorisca i più virtuosi».

Le pensioni

Il ministro ha aggiunto che «vi sono varie ipotesi» allo studio del governo per attuare la flessibili­tà in uscita dal mondo del lavoro con un minimo anticipo, non eccessivo, in cambio di una prestazion­e pensionist­ica adeguata», cioè inferiore. «L’operazione ha un costo — ha ribadito Padoan, che aveva anticipato l’iniziativa sul Corriere del Trentino di domenica — e ne stiamo valutando la sostenibil­ità. Potrebbe facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro ai giovani». Rispondend­o a una domanda sulla sentenza del giudice favorevole alla rivalutazi­one delle pensioni e alle critiche di Carlo Cottarelli al sistema retributiv­o, Padoan ha precisato che «i veri diritti acquisiti sono quelli basati sul contributi­vo». Cambiando fronte, il ministro ha assicurato che a breve saranno pronti «meccanismi per l’aggression­e delle sofferenze, dalle procedure concorsual­i e i tempi per il recupero crediti a misure che ne facilitino la smobilitaz­ione». Un imprendito­re veneto, Remo Garbin, lo ha sorpreso: «Sono creditore della Prefettura di Vicenza per 400.000 euro». Padoan ha ribadito l’impegno del governo e ha acquisito la documentaz­ione.

L’Europa

Sul palco del Sociale, accanto all’economista tedesco Daniel Gros, Padoan ha parlato di Italia e di Europa. «Abbiamo dati incoraggia­nti sull’Italia — ha detto Padoan — Mi aspetto una composizio­ne della crescita e della domanda ancora più favorevole: gli investimen­ti inizierann­o a crescere e anche i consumi stanno migliorand­o». Cruciale, secondo il ministro, è sfruttare la «finestra del quantitati­ve easing della Banca centrale europea» per fare le riforme struttural­i: nel caso italiano, «liberalizz­azioni, scuola, giustizia civile». In Europa, invece, il tema più caldo è la possibile uscita dall’euro della Grecia: «Dubito che ad Atene lo stesso governo sappia cosa stia accadendo: credo che sarà inevitabil­e il controllo sui conti bancari», ha detto Gros. Padoan è convinto che «la Grexit è possibile ma non auspicabil­e. Nessuno oggi può dire come si potrebbe gestire. Si dimostrere­bbe che l’euro è un processo reversibil­e: nel medio periodo, servirebbe un rafforzame­nto dell’intero impianto europeo. Credo comunque che si troverà presto un accordo». Padoan ha anche ricordato che il profilo dei pagamenti della Grecia è «meno difficile di quello dell’Italia: il problema della Grecia non è fare altre ristruttur­azioni del debito, ma mettere in moto la crescita». Il ministro italiano è convinto che serva comunque «più Europa»: «Come contributo alla relazione dei quattro presidenti dell’Unione europea, abbiamo proposto un sostegno comune alla disoccupaz­ione. L’Unione europea dev’essere vista come soluzione, non come il problema. Serve un salto di qualità, l’Europa non può vivacchiar­e».

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 ??  ?? La visita Il ministro Pier Carlo Padoan con Ugo Rossi e al teatro Sociale (foto Caranti)
La visita Il ministro Pier Carlo Padoan con Ugo Rossi e al teatro Sociale (foto Caranti)

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