LA PAURA DI INCONTRARE L’ORSO E L’INFORMAZIONE NECESSARIA
Esprimiamo massima solidarietà alla persona, vittima della carenza di informazioni, ferita venerdì sera da un orso: non era formato/informato su come è corretto muoversi in aree frequentate da orsi e non sapeva come regolarsi in caso di incontro. Purtroppo, ha infatti commesso molti errori. La sezione di Lac Trentino Alto Adige/Südtirol — associazione orgogliosamente sia ambientalista, sia animalista — organizza ogni 26 maggio la «Giornata dell’orso». Fin dal primo anno non abbiamo mai voluto contrapporci alle attività della Provincia di Trento, ma abbiamo invitato l’amministrazione a rivendicare l’orgoglio del buon lavoro svolto e a intensificare l’opera di formazione/informazione rivolta a popolazione residente e turisti. L’attività di divulgazione scientifica sarebbe dovuta partire già da molti anni: oggi avremmo una generazione di giovani, e di conseguenza le loro famiglie, già formate e sensibilizzate alla tutela attiva di ambiente e animali. Così non è stato purtroppo, ed è urgente recuperare il tempo perduto. Da cinque anni racconto come per evitare scontri basti provocare del rumore procedendo nei boschi frequentati da orsi. In Canada o Alaska, dove si possono incontrare orsi di ben altra stazza dei nostri, vengono venduti dei sonagli, detti «Bear Bell», da assicurare agli zaini o al polso. Un mazzo di chiavi, un ciondolo, qualcosa che produce rumore camminando: così l’orso sente il rumore e sta alla larga. Inoltre presso le aree naturalistiche frequentate da orsi vengono sistemati segnali di pericolo e cartelli che spiegano quali siano i corretti comportamenti da tenere: gli orsi sono fondamentali per mantenere la biodiversità, chi si addentra in quelle aree è avvisato e se ne assume la piena responsabilità. Rilevo con piacere come, finalmente, anche l’assessore alla caccia Dallapiccola accolga l’invito di Lac e trasmetta l’invito all’uso del campanello o comunque a far rumore e a muoversi in gruppo nelle aree frequentate da orsi. Consideriamo favorevolmente la tempestività nell’emettere un comunicato stampa che, sobriamente, ridimensiona l’episodio alla sua realtà concreta: sia l’orso sia la persona hanno avuto molta paura perché entrambi colti di sorpresa. Proprio quando vengono sorpresi questi animali percepiscono gli uomini come un pericolo e quindi mettono in atto un falso attacco. Produrre dei rumori consente all’orso di battere in ritirata ben prima che l’escursionista si avvicini troppo. Fischiare, gridare, parlare o cantare mentre si cammina sono modi per allertarli della propria presenza anche nelle zone dove non c’è visibilità o dove il rumore dell’acqua corrente potrebbe coprire quello dei passi. L’orso cambierà strada pur di evitare gli umani. Gli orsi sono molto meno interessati a noi di quanto noi a loro. I cani vanno lasciati a casa o tenuti al guinzaglio, i cibi rinchiusi in contenitori ermetici. Esistono regole semplici da osservare. Torno pertanto a richiedere che le informazioni vengano diffuse a tappeto presso ogni famiglia residente nelle zone interessate e ogni turista in arrivo. Servirà sia a evitare spaventi alle persone, come il povero escursionista di venerdì sera, sia agli orsi. Rammento che gli ambientalisti non hanno voluto l’orso: gli orsi ci stavano già, da prima di noi tutti, non si erano estinti per cause naturali, erano protetti fin dal 1939 ma malgrado ciò erano stati quasi sterminati. Con «Life Ursus» si è realizzato una sorta di risarcimento all’ambiente. Nello stesso periodo in cui si svolgeva la vicenda dell’orsa Daniza con il suo triste epilogo, in Austria una turista venne uccisa da una mucca cui era parso che la «minacciosa» donna si fosse troppo avvicinata al suo vitello. Avete sentito dichiarazioni sul bisogno di sterminare le pericolosissime mucche killer?
Caterina Rosa Marino responsabile Lac (Lega per l’abolizione della caccia) per il Trentino Alto Adige/Südtirol
Gentile dottoressa Marino,
da quando la presenza dell’orso con il progetto Life Ursus è diventata una questione di battaglia politica tutto si è artificiosamente complicato. Il suo invito a fare attività di informazione capillare e di prevenzione, perciò, è quanto mai opportuno e necessario. Basterà? Mi auguro di sì, anche se temo che proprio il fatto di averne fatto non una questione culturale-ambientale ma politica renda la cosa alquanto difficile.