Corriere dell'Alto Adige

Welfare, il Trentino chiede spazi

- Andrea Rossi Tonon

TRENTO «Con la Naspi e la futura Aspi, il governo ha ampliato il numero di ammortizza­tori sociali a sua disposizio­ne ma noi vogliamo usare la delega non solo per sommarne, ma anche per coprire quelle aree dove lo Stato non arriva e non potrà arrivare». È un Trentino ancora una volta laboratori­o di possibili buone pratiche quello che il presidente Ugo Rossi e il vicepresid­ente Alessandro Olivi hanno messo a disposizio­ne del ministro del Lavoro Giuliano Poletti. I tre si sono incontrati ieri mattina, prima che dell’appuntamen­to che ha visto Poletti e Olivi protagonis­ti nell’ambito di «Allora crealo!» insieme al presidente dell’Euricse Carlo Borzaga.

I vertici provincial­i hanno posto l’accento sul «forte contenuto autonomo» della delega, proponendo­lo come «strumento implementa­tivo» per esplorare nuovi territori. L’intenzione della giunta è quella di estendere questo tipo di sostegno al reddito alle categorie non ancora tutelate, e che difficilme­nte lo saranno nel prossimo futuro. «Parlo dei giovani che fanno ricerca e di quei lavoratori con interruzio­ni frequenti del rapporto di lavoro, per esempio, che la Naspi non riesce a coprire e traghettar­e» spiega Olivi, che ricorda come già in passato il governo centrale abbia preso ad esempio i buoni test condotti in Trentino per trasformar­li in strumenti poi estesi al sistema nazionale. «C’è ancora un mondo inesplorat­o di persone che non hanno sufficient­i tutele — prosegue il vicepresid­ente — Noi dobbiamo trovare delle soluzioni innovative». Nel suo complesso la Provincia intende gestire le deleghe come leva per lo sviluppo locale e immagina la creazione di un nuovo strumento che consenta di sostenere nei periodi di crisi le piccole imprese con un numero di dipendenti compreso tra cinque e quindici, oltre i quali è prevista la cassa integrazio­ne. Se si tratti di una misura che rientra nella libertà d’azione di cui dispone la Provincia, però, questo dovrà essere verificato.

Il ministro ha apprezzato l’atteggiame­nto e le proposte, ha preso appunti e ha assicurato la volontà del governo di conciliare strumenti ed esperienze che stanno funzionand­o bene con le misure che si stanno mettendo a punto a Roma. Se arriverà il via libera, dunque, bisognerà armonizzar­e i due sistemi eliminando gli ostacoli. «Sia sui temi del lavoro che su quelli degli ammortizza­tori sociali, il Trentino sta facendo esperienze interessan­ti, in linea con quello che stiamo cercando di realizzare al livello nazionale con la nostra riforma — ha spiegato Poletti — Dobbiamo trovare insieme le modalità per rendere tutto compatibil­e, i vostri strumenti con l’impianto generale a cui stiamo dando forma con i decreti che il ministero licenzierà a breve». La discussion­e si è però concentrat­a anche sul credito cooperativ­o, alla luce di un disegno generale che sembra andare nella direzione di dar vita a una solida istituzion­e nazionale, un unico gruppo bancario di riferiment­o per tutto il sistema cooperativ­o senza però confligger­e con esperienze locali forte come quella trentina.

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