Welfare, il Trentino chiede spazi
TRENTO «Con la Naspi e la futura Aspi, il governo ha ampliato il numero di ammortizzatori sociali a sua disposizione ma noi vogliamo usare la delega non solo per sommarne, ma anche per coprire quelle aree dove lo Stato non arriva e non potrà arrivare». È un Trentino ancora una volta laboratorio di possibili buone pratiche quello che il presidente Ugo Rossi e il vicepresidente Alessandro Olivi hanno messo a disposizione del ministro del Lavoro Giuliano Poletti. I tre si sono incontrati ieri mattina, prima che dell’appuntamento che ha visto Poletti e Olivi protagonisti nell’ambito di «Allora crealo!» insieme al presidente dell’Euricse Carlo Borzaga.
I vertici provinciali hanno posto l’accento sul «forte contenuto autonomo» della delega, proponendolo come «strumento implementativo» per esplorare nuovi territori. L’intenzione della giunta è quella di estendere questo tipo di sostegno al reddito alle categorie non ancora tutelate, e che difficilmente lo saranno nel prossimo futuro. «Parlo dei giovani che fanno ricerca e di quei lavoratori con interruzioni frequenti del rapporto di lavoro, per esempio, che la Naspi non riesce a coprire e traghettare» spiega Olivi, che ricorda come già in passato il governo centrale abbia preso ad esempio i buoni test condotti in Trentino per trasformarli in strumenti poi estesi al sistema nazionale. «C’è ancora un mondo inesplorato di persone che non hanno sufficienti tutele — prosegue il vicepresidente — Noi dobbiamo trovare delle soluzioni innovative». Nel suo complesso la Provincia intende gestire le deleghe come leva per lo sviluppo locale e immagina la creazione di un nuovo strumento che consenta di sostenere nei periodi di crisi le piccole imprese con un numero di dipendenti compreso tra cinque e quindici, oltre i quali è prevista la cassa integrazione. Se si tratti di una misura che rientra nella libertà d’azione di cui dispone la Provincia, però, questo dovrà essere verificato.
Il ministro ha apprezzato l’atteggiamento e le proposte, ha preso appunti e ha assicurato la volontà del governo di conciliare strumenti ed esperienze che stanno funzionando bene con le misure che si stanno mettendo a punto a Roma. Se arriverà il via libera, dunque, bisognerà armonizzare i due sistemi eliminando gli ostacoli. «Sia sui temi del lavoro che su quelli degli ammortizzatori sociali, il Trentino sta facendo esperienze interessanti, in linea con quello che stiamo cercando di realizzare al livello nazionale con la nostra riforma — ha spiegato Poletti — Dobbiamo trovare insieme le modalità per rendere tutto compatibile, i vostri strumenti con l’impianto generale a cui stiamo dando forma con i decreti che il ministero licenzierà a breve». La discussione si è però concentrata anche sul credito cooperativo, alla luce di un disegno generale che sembra andare nella direzione di dar vita a una solida istituzione nazionale, un unico gruppo bancario di riferimento per tutto il sistema cooperativo senza però confliggere con esperienze locali forte come quella trentina.