Corriere dell'Alto Adige

Protagonis­ta degli orti Prodigiosa malva regina

- Martha Canestrini

La malva regina, Lavatera trimestris, si vede raramente nei giardini a sud di Salorno, mentre in provincia di Bolzano è ospite fissa degli orti contadini. Ippolito Pizzetti la descriveva così: «Le foglie sono alterne, quasi glabre, verde scuro; le inferiori reniformi, le superiori triangolar­i, a tre lobi. I fiori sono rosa pallido, venati di porpora, con un diametro di circa dieci centimetri». È, in origine, una pianta mediterran­ea. Alcuni botanici dicono provenga dalla Spagna, altri dalle coste siriane. Ama comunque il caldo e sopporta bene la siccità (ovviamente solo fino a un certo punto: in giardino, appena le foglie mostrano segni di appassimen­to, si deve bagnare senza risparmio). I suoi semi si possono dare anche ai bambini, senza problema, è una pianta di facilissim­a cultura. Appena seminati, non passa una settimana, e già crescono le piantine. Per averle fiorite nel loro splendore, vanno diradate o trapiantat­e a trenta, quaranta centimetri di distanza l’una dall’altra. Per salvarle dalle lumache si circondano con alcuni granuli di fosfato di ferro (è in commercio con il nome di Ferramol, della ditta Neudorff. Il fosfato di ferro non è dannoso agli animali e agli umani come la metaldeide. Questo è un potente veleno, un lumachicid­a, ahimè, venduto, anzi propaganda­to dai consorzi agrari. Attacca le cellule nervose anche degli umani, rimane nel terreno per anni dopo l’uso). I semi delle lavatere si trovano con facilità. Vale la pena allargare la ricerca anche in internet, per allevare esemplari un po’ particolar­i. La Lavatera arborea, detta malva reale o malvone, è di origine italica. È un’essenza pluriennal­e, cresce fino a notevoli altezze, ne ricordo una,vista nelle Marche, con la base del tronco grossa come un braccio. Predilige i luoghi aridi. È perfetta come sfondo ad altre essenze in un giardino naturale. Le foglie sono vellutate e diventano grandi come un piatto di portata. I fiori rosa venati di porpora, son grandi come il palmo della mano di un bambino. Nei giardini delle case al mare si potrebbero acclimatar­e invece un paio di cespugli di Lavatera maritima, una perenne con fioriture tardive, da giugno a ottobre. S’inselvatic­hisce facilmente; affidata a se stessa, sopravvive come nelle sue zone di origine, in luoghi pietrosi nella prossimità del mare. I fiori sono rosa pallido con il centro cremisi o porpora, e le foglie sono coperte da una lanugine morbida e bianco-crema. Tutta la pianta è alta mezzo metro circa. La Lavatera thuringiac­a, nonostante il nome, è d’origine italiana. Si risemina con vigoria, moltiplica­ndosi spontaneam­ente. L’ho vista e ammirata, strano a dirsi, vicino a certe case inglesi, dove formava grandi cespugli rotondi carichi di fiori. Se viene bene lassù, perché non da noi?

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Quando il Garda Un estratto dalla pellicola era un mare del regista Franco Delli Guanti
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Il film

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