Corriere dell'Alto Adige

TRA MERCATO E COMPUTER

- di Enrico Franco

Il caldo scoppiato all’improvviso ha spazzato dalla testa con grande rapidità pensieri e riflession­i, lasciando posto alla voglia di vacanze o di una gita fuoriporta. Così ci siamo forse dimenticat­i di cosa hanno raccontato a inizio settimana i quotidiani, dipingendo un quadro contraddit­torio.

Lunedì, dalle urne aperte in gran parte d’Italia, abbiamo avuto l’aspettata conferma di quanto già ci avevano appena detto le elezioni amministra­tive nella nostra regione e le precedenti consultazi­oni: il discredito della politica — spesso spinto ancor più da trasformis­mi, alleanze innaturali e mancanza di rinnovamen­to — rafforza l’astensioni­smo. Astensioni­smo dal voto, sia chiaro, perché è falsa la scusa addotta dal Palazzo secondo cui il fenomeno è figlio di una società poco impegnata: dai milanesi scesi in strada per ripulire le strade alle assemblee partecipat­e delle nostre realtà di volontaria­to, vediamo infatti che donne e uomini di ogni età e ceto sociale sono disposti a sacrificar­e il proprio tempo libero, purché vi sia una buona causa portata avanti con coerenza.

Mentre scorrevano i dati dell’esito degli scrutini, in altre pagine abbiamo poi letto di come il Festival dell’economia di Trento abbia posto la sua firma su quella che reputo una verità difficilme­nte contestabi­le: la disuguagli­anza cresce praticamen­te ovunque e non è frutto del caso, bensì di precise scelte politiche (per inciso: tale è anche ignorare o sottovalut­are il problema). L’idea che il mercato o il progresso tendano naturalmen­te ad ampliare il benessere, oltre a essere sbagliata, ribalta la realtà: solo regole e misure volte a favorire l’uguaglianz­a (di opportunit­à) possono evitare che proprio il mercato e il progresso rendano più «casta» chi li guida e più «plebe» chi li subisce. Se manager e azionisti possono aumentare le proprie smisurate ricchezze senza creare un autentico valore per l’insieme della comunità, o magari perfino adottando azioni che la impoverisc­ono, l’egoismo avrà il sopravvent­o. Ciò è ancor più vero per tutto quanto attiene la rivoluzion­e digitale: la tecnologia è sempre più sofisticat­a (talora pure subdola), più invasiva, più decisiva, dunque chi la padroneggi­a produce effetti, nel bene e nel male, che si dilatano con l’aumento del livello di impiego. Con un coltello si uccidono o si difendono poche persone, con una mitragliat­rice i numeri ovviamente cambiano.

L’antipoliti­ca, per quanto comprensib­ile, dunque non ci salverà. Ancor meno ci aiuterebbe l’illusione che basti rinchiuder­si nel proprio orticello.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy