CURE PALLIATIVE, BERNARDO CHIEDE RISORSE
Convegno all’Eurac. Attesa l’approvazione della delibera che renderà operativo il piano provinciale
Im Alto Adige ogni anno circa 2.000 persone hanno bisogno di cure palliative, ma la rete provinciale riesce a raggiungerne la metà. «Bisogna investire in risorse e personale» afferma il primario Massimo Bernardo al convegno tenutosi ieri all’Eurac.
BOLZANO Sono circa 2.000 l’anno le persone che in Alto Adige necessitano di cure palliative. Al momento la rete sanitaria provinciale riesce a raggiungerne circa la metà.
Se ne è parlato ieri all’Eurac nel corso del quinto convegno della Sicp, Società Italiana Cure Palliative, del Trentino-Alto Adige. «Bisogna investire in risorse e personale — spiega Massimo Bernardo, responsabile del reparto cure palliative di Bolzano — anche perché la necessità di queste cure nei prossimi anni crescerà, per via dell’aumento dell’età media e della malattie croniche». Per questo Bernardo e il resto del comitato scientifico attendono con trepidazione la firma dell’assessora provinciale alla sanità, Martha Stocker, sulla delibera che renderà operativo il piano provinciale per la costruzione di una rete di cure palliative: «L’obiettivo — continua Bernardo — è quello di portare questo tipo di cure non solo in città, ma in tutte le realtà periferiche, in modo che ogni cittadino possa usufruire di questo servizio. D’altronde al momento la situazione dal punto di vista del personale è felice, ma migliorabile».
Nel corso del convegno di ieri, dal titolo «Io dormo…pren-detevi cura di me», è stato afso frontato uno dei temi sensibili, la «sedazione palliativa»: «Si tratta di una soluzione per quei pazienti che negli ultimi giorni o ore della loro vita sono costretti ad affrontare sintomi gravi e dolorosi — spiega il medico — noi offriamo loro di poter dormire: si tratta di una pratica concordata con il paziente, di un percorso condivi- con la famiglia». Niente di assolutamente paragonabile all’eutanasia: «La sedazione palliativa è una pratica legittima e doverosa – afferma il presidente nazionale del Sicp, Carlo Peruselli – eseguita secondo linee guida e criteri già messi a punto dalla comunità scientifica. Ed è legittima sia dal punto di vista etico che giuridico: non ha nulla a che fare con l’eutanasia, non accorcia la vita, ma rende le ultime ore di vita decorose e dignitose per chi ne ha bisogno». La rete di cure palliative, da pratica di nicchia, si sta sviluppando in tutta Italia.