Corriere dell'Alto Adige

POLIZZA VITA DEI CONSIGLIER­I E PRESUNZION­E DEL TUTTO DOVUTO

- Paolo Passamani

Caro direttore, ora che la notizia è diventata di dominio pubblico, i consiglier­i regionali stanno facendo a gara nell’esprimere biasimo e dichiarare irricevibi­le — solo ora, sottolineo — la proposta, nota però a tutti da parecchi mesi, di una polizza vita, proposta recentemen­te formalizza­ta dalla presidente del Consiglio regionale, Chiara Avanzo. Stranament­e gli «eletti» consiglier­i dimentican­o che tale ulteriore polizza si affianca ed è un’integrazio­ne dell’assicurazi­one già da sempre esistente per infortuni, anch’essa naturalmen­te in gran parte a carico dell’ente pubblico. Non sarebbe anche quest’altra assicurazi­one da considerar­e un altro degli innumerevo­li privilegi e indennità, quindi ugualmente da biasimare e respingere? Oppure fa parte degli intoccabil­i diritti acquisiti della «casta», diritti che però per i comuni mortali non valgono? Mi riferisco, ad esempio, all’adeguament­o delle pensioni cui ogni cittadino, vista la situazione, si è dovuto giustament­e adeguare.

tendo a credere alla buona fede della presidente Avanzo: dopo aver rinunciato all’auto blu, ha spiegato, in prima battuta non ha colto il privilegio della polizza vita per i consiglier­i pagata in buona parte con i soldi dei cittadini, anche perché era scossa dalla recente improvvisa scomparsa del suo predecesso­re. Ciò nonostante, il fatto che solo un consiglier­e regionale abbia notato come la proposta fosse del tutto fuori luogo dà l’esatta idea di quanto, purtroppo, la maggioranz­a dei politici non sia in sintonia con gli elettori e di come ormai ritengano quasi tutto dovuto. È proprio tale presunzion­e che alimenta la cosiddetta antipoliti­ca nonché una severità crescente riguardo ai costi del Palazzo. Al riguardo, mi riferisco alla sua consideraz­ione relativa all’assicurazi­one sugli infortuni. Per essere onesto, non ho certezze in proposito: da un lato penso che molte aziende stipulano per i propri dirigenti o anche per tutti i dipendenti polizze simili; dall’altro, però, sono pure consapevol­e sia degli elevati compensi percepiti dai consiglier­i regionali, sia del loro «status», nel senso che l’impegno politico non può e non deve essere considerat­o alla stregua di un lavoro tradiziona­le.

Su un punto, però, non ho dubbi, pur diffidando dei politici demagoghi, notoriamen­te inclini a predicare bene e razzolare male: oggi sono indispensa­bili scelte che diano agli elettori la dimostrazi­one di una nuova sensibilit­à. Scelte che devono essere compiute prima di sporcarsi le dita con la marmellata, non dopo.

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