Teatro e art performance Torna la scuola di Fies
Trentino protagonista di performance d’arte. Sono stati resi noti i nomi degli artisti selezionati per la terza edizione di Live Works, la piattaforma ideata da Centrale Fies in collaborazione con Viafarini che si interroga sul concetto di performance e interpreta le veloci trasformazioni dell’oggi. Tra 132 progetti provenienti da 27 Paesi, i curatori del progetto (la direttrice artistica di Centrale Fies Barbara Boninsegna, il curatore del Mart Denis Isaia, il direttore artistico di Viafarini Simone Frangi e il fondatore di Aleppo.eu Bruxelles Daniel Blanga Gubbay) hanno selezionato nove application. Provenienti da tutto il mondo, gli artisti arriveranno in Trentino a inizio luglio per partecipare a una residenza di produzione per la quale riceveranno un budget di 800 euro ciascuno. Tra lavoro, cineforum, incontri con altri professionisti e momenti conviviali, parteciperanno alla scuola di alta formazione «Free school of performance». Una restituzione dei lavori sarà presentata al pubblico durante «Motherlode», la 35esima edizione del Festival Drodesera (in calendario dal 26 luglio al 2 agosto).
Una giuria d’eccellenza composta da Michelangelo Pistoletto, Nico Vascellari, Dora Garcia, Marwa Arsanios e Danjel Anderson decreterà il vincitore a cui andranno un premio di mille euro e la possibilità di svolgere un ulteriore periodo di residenza a Fies. La rosa dei selezionati è composta da Robert Lisek (Polonia), Simon Asencio (Francia), Vanja Smiljanic (Serbia), Roberto Fassone (Italia), Diego Tonus (Italia), Justin Randalph Thompson (Stati Uniti), Syrmir Orn Gudmudsson (Islanda), Jazra Khaled, Timos Alexadropoulos e Antonis Kalagkatis (Cecenia e Grecia), Stefano Faoro e Gregory Dapra (Italia e Belgio).
Da dove nasce l’idea di Live Works? Lo spiega Dino Sommadossi, direttore di Centrale Fies: «Con il costante calo delle risorse si rischia di perdere identità. Negli ultimi anni ci siamo rimessi in discussione partendo dal nostro Dna e dal rapporto col pubblico. Oggi siamo un centro di osservazione sul contemporaneo nel quale vengono sviluppati diversi progetti». Tra questi Live Works. Sulla carta si tratta di un premio internazionale per performer, dietro però c’è un nuovo modo di intendere il «fare cultura». Il progetto è sfidante e intrinsecamente politico. «Dall’esigenza di superare il concetto di premio, nasce una piattaforma che approfondisce la nozione di performance e, allo stesso tempo, diventa un modello di produzione culturale». Si parte dall’indagine sulle commistioni tra i linguaggi e si finisce per produrre una rete culturale d’eccellenza focalizzata sulla formazione degli artisti e sul sostegno alle nuove produzioni, alla ricerca, alle pratiche artistiche.