Dai clown alle famiglie, il popolo arcobaleno Sedicimila di corsa: «Evento fantastico»
Pioggia e grandine non hanno rovinato la competizione «più pazza del mondo». Città in delirio
TRENTO «Happy». Dorato, glitter, lettere cubitali. Un tatuaggio applicabile con l’acqua che in una parola condensa l’aria che si è respirata ieri a Trento. Campeggiava su fronti, braccia, gambe, colli, guance, si trovava nel «race kit», il corredo indispensabile di ogni partecipante: maglietta, pettorale, borsa, fascia e un pacchetto di colore. Ecco l’altro sostantivo fondamentale. Sono state sedicimila, ieri, le persone che hanno invaso la città per percorrere «i 5 chilometri più divertenti sul pianeta», quelli che rispondono al nome The color run.
L’evento era atteso in città, e non ha tradito le aspettative. Prima che sulle strade di Trento si abbattessero pioggia e grandine, una mattinata rovente ha accolto i tantissimi runner che non hanno atteso l’orario ufficiale della partenza per iniziare a divertirsi. Ci sono i tutù fluorescenti, gli occhiali trendy, le calze firmate. Ma anche le parrucche colorate, le collane di fiori, e pure i nasi da clown. Sono quelli di Ciambella, Girandola, Fischietto, Pastroccio, Smemorina «di nome e di fatto», Achille e Gas Gas («Come il topino di Cenerentola»), un gruppo affiatato e divertente di clown in corsia della provincia di Verona. «Non solo è la prima volta che partecipiamo alla Color run — raccontano — ma è anche la nostra prima gita come associazione: ai clown piacciono i colori e non c’è occasione migliore di questa».
Gadget immancabile, soprattutto fra i più giovani, è il «selfie stick», ovvero un bastone con una maniglia su un’estremità e un morsetto regolabile sull’altra per tenere il telefono in posizione e scattarsi foto perfette. I più accorti hanno pure imbustato lo smartphone per evitare danni da colore. I maniaci dello scatto a tutti i costi iniziano a immortalarsi già al bar, durante la colazione. I più numerosi sono i giovani, sorriso stampato in volto e anche qualche birra in mano. Ci sono «le cuoche pazze», rappresentanti di svariate valli del Trentino, dal Primiero alla Rendena, compagne di classe alla scuola professionale Enaip di Tione. Niente scuola per loro ieri, ma nessuna assenza, le lezioni terminano di venerdì. Nemmeno ragazzi al loro fianco, «ci rallentano».
Ai nastri di partenza anche il «Ranzego running team» da Cortina e Belluno, dove «ranzego» sta per marcio, tre appassionati di corsa e altrettanti amici trascinati nell’avventura, ma pure la «Spritz crew», dieci amici che frequentano la stessa palestra a Mestre, ma che con la corsa hanno poca dimestichezza. Step, tonificazione, macchine, di maratoneta ce n’è solo uno: «Non sappiamo in quanto tempo faremo questi cinque chilometri» ammette Mauro. Ma è l’aspetto meno rilevante.
«Dove ci sono sport, salute e allegria c’è anche zumba» ricorda Gloria, portavoce del gruppo Zumba Trento, presente con un nutrito gruppo di coloratissime rappresentanti. Lungo l’Adige, in attesa che apra il «Color run village», un papà con il tatuaggio «The color run» sull’occhio destro e una mamma con la fascetta tra i capelli cercano un riparo dal caldo asfissiante all’ombra di un albero: assieme a loro tre figlie e due amiche, in arrivo otto cugini e altrettanti conoscenti. A differenza di quanto si possa pensare, non sono state le più piccole a farsi portare da Bassano del Grappa a Trento, l’iniziativa è del capofamiglia: «Sono un appassionato di corse particolari — racconta — partecipo anche alla Strongman run di Rovereto, non potevo mancare. Ho scelto di fare la Color run anche perché può partecipare tutta la famiglia». A casa hanno lasciato solo il figlio maschio, andato a scuola per fare una verifica. Spiegano di essersi iscritti a Pasqua, a pochi giorni dal sold out. I quasi sedicimila partecipanti alla corsa, infatti, sono stati raggiunti in due settimane.
Anche da Lavis arriva un papà con una bimba sulle spalle e un bimbo per mano. «Di “run” ci sarà ben poco» scherza ridendo. Anche nel loro caso, come accaduto per altri gruppi, un componente ha lanciato la proposta coinvolgendo tutti gli altri: «Ho visto un video della corsa su internet e ne ho subito scritto nel gruppo che condividiamo su Whatsapp» racconta David. Inutile dire che nessuno ha opposto resistenza.