Corpo di Cristo
«Festa mobile» due mesi dopo Pasqua Celebrazione della transustanziazione
Un uovo e un rametto di ruta tra le travi rimedio dei carpentieri contro il maltempo Protezione da fulmini e tempeste nascosta durante la costruzione nel tetto
«Libera nos Domine»
La lingua tedesca usa per questa festa il nome di «Antalsstag» che deriva dall’antico tedesco «Antlaz»da «Antlitz» cioè «entseelt», senza anima, il vero corpo di Cristo, non solo il suo simbolo, che è nell’ostia stessa. Un’altra possibile interpretazione si riferisce al verbo «entlassen» perché il Giovedì Santo, data iniziale della celebrazione, venivano liberati (in tedesco «entlassen») i penitenti. È curioso notare come nella tradizione popolare si parli di un «Antlassei», l’uovo deposto dalle galline il Giovedì Santo che, secondo la tradizione, ha poteri magici e non marcisce mai. Nel passato quest’uovo veniva nascosto dai carpentieri nelle travi del tetto assieme ad un rametto di ruta e serviva a tener lontane le intemperie e a salvare dal fulmine, dalla tempesta e dalla grandine («A fulgore et tempestate libera nos Domine», «Dal fulmine e dalla tempesta liberaci, o Signore»). Non solo, l’uovo era paragonato al Cristo e uova particolarmente grandi o di struzzo erano incastonate nei tabernacoli e negli ostensori.
Schiocchi, drappi e fionde
La festa del Corpus Domini è una delle più popolari della cristianità come popolari sono le processioni solenni che l’hanno da sempre caratterizzata in tutti i Paesi di fede cristiana. A Roma è il papa stesso a presiederla e la processione si svolge da San Giovanni in Laterano a Santa Maria maggiore. L’usanza di portare l’Eucarestia in forma visibile nell’ostensorio sotto il baldacchino risale al 14esimo secolo. I riti sono vari: uno su tutti la quadruplice benedizione del Santissimo Sacramento preceduta dalla lettura dei quattro Vangeli in quattro altari diversi. Tipica della processione del Corpus Domini è la cosiddetta «infiorata» che può presentarsi con il lancio di petali di fiori eseguita dai bambini durante la processione, ma anche come un vero addobbo delle strade, un autentico tappeto di fiori dove passerà la processione. Tipica è l’infiorata di Spello (Perugia). Nella nostra regione la festa è molto sentita soprattutto in Alto Adige, dove è famosa la processione di Castelrotto.
In passato a Bolzano agli angoli delle strade si preparavano degli altari ornati di drappi, gonfaloni, fiori e fronde. Fronde intrecciate in corone ornavano le finestre delle strade dove passava la processione e, sempre alle finestre, venivano sciorinate lenzuola e appesi drappi. Un tempo la processione partiva dalla chiesa parrocchiale e attraverso la città vecchia raggiungeva il quartiere Dorf e la zona di Dodiciville per tornare in via della Mostra e di nuovo al Duomo. A Gries, fino agli inizi del 1900 Comune a sé, la processione si svolgeva dalla chiesa dei Benedettini alla vecchia parrocchiale con una gerarchia: c’erano i portatori dei sacri quadri e gonfaloni, le figure principali della processione, i figuranti. I rampolli delle famiglie più in vista rappresentavano il cavaliere San Giorgio e Santa Margherita. I figuranti terminavano la processione in Duomo con sacre rappresentazioni riguardanti la storia o il martirio del santo rappresentato. Seguivano la processione formata dalle varie corporazioni artigianali con i rispettivi santi protettori, poi i bambini che avevano ricevuto la prima comunione nel corso dell’anno e i fedeli salmodianti.
Preghiere, canti, suoni di campane e musica accompagnavano ed accompagnano le processioni. Le bande musicali, gli Schützen, le bandiere, i figuranti, i portatori di statue e gonfaloni vestono le strade delle città o dei paesi con i loro costumi colorati. La processione si snoda per le strade e sosta ad ogni altare. Lo schioccare delle fruste e gli spari (una volta permessi, ora proibiti) accompagnavano le processioni.