La Uil: «Sciopero degli scrutini, insegnanti intimiditi dai dirigenti»
Cadamuro denuncia. La Cgil: adesioni difficili. Minnei: non risultano rinvii
BOLZANO Nelle scuole altoatesine solo pochi insegnati hanno messo in atto il blocco degli scrutini ama quelli che vorrebbero aderire alla protesta contro la riforma varata dal governo Renzi sono molti di più. A frenare la mobilitazione sono l’atteggiamento dei dirigenti scolastici e il fatto che in molte scuole gli scrutini sono già iniziati.
«Tanti insegnanti vorrebbero partecipare al blocco degli scrutini ma non lo fanno perché ricevono intimidazioni da parte dei presidi». La denuncia arriva da Silvia Cadamuro della Uil scuola. «Anche per l’assemblea generale del 5 giugno — aggiunge — molti insegnanti ci hanno fatto sapere di essere stati trattati in maniera non corretta dai loro presidi per aver partecipato. Per esempio sono stati sostituiti come si fa con gli scioperi, mentre ogni insegnante ha diritto di partecipare per dieci ore annuali a assemblee sindacali e non devono essere sostituiti da nessuno. Il blocco degli scrutini è una delle tante iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica e far capire che questo disegno di legge deve essere ancora molto modificato». Il disegno di legge in questione è sempre quello tanto contestato della «Buona scuola». Cadamuro riferisce anche alcune adesioni al blocco sparse nella provincia: «Abbiamo saputo di scrutini rinviati alle scuole medie Alfieri, oppure a Gries o al liceo classico in lingua tedesca di Bolzano. Quando è arrivata la notizia di questa forma di protesta alcune scuole dell’Alto Adige avevano già iniziato gli scrutini e quindi gli insegnanti non hanno potuto aderire. In ogni caso questa è una delle tante forme per manifestare il dissenso, ce ne sono state altre come la catena umana o il flash mob oppure anche l’assemblea del 5 giugno».
Meno polemico Stefano Fidenti della Cgil scuola: «Noi come sindacato sosteniamo le ragioni dello sciopero, ma per problemi organizzativi qui in Alto Adige difficilmente prenderà piede nonostante tanti insegnanti non siano d’accordo con molti punti della “Buona scuola”. Nella nostra provincia la scuola finisce più tardi che nel resto d’Italia dove si fa in tempo a rinviare di qualche giorno gli scrutini. Qui da noi i tempi sono strettissimi. Proprio perché prevedevamo queste difficoltà abbiamo organizzato l’assemblea generale del 5 giugno dove c’è stata una fortissima adesione che dimostra il dissenso degli insegnanti». Gli scrutini devono infatti essere conclusi prima degli esami e mentre nel resto d’Italia si svolgono nella settimana tra la chiusura della scuola e l’inizio degli esami, in Alto Adige si fanno i pomeriggi dell’ultima settimana di scuola che finisce a ridosso degli esami di terza media e della maturità. Basta un solo insegnante assente perché lo scrutinio salti, dato che il consiglio di classe per questa occasione deve essere al completo. Se qualcuno manca per malattia deve essere sostituito. In caso di sciopero salta tutto e si rinvia di massimo due giorni.
Da parte della Sovrintendenza scolastica, la sovrintendente Nicoletta Minnei minimizza: «Finora non abbiamo avuto nessuna notizia di rinvii di scrutini da parte di nessuna scuola, ma un bilancio complessivo si potrà fare soltanto alla fine dell’anno scolastico». «A noi risultano adesioni sparse in tutta la provincia» ribadisce Silvia Cadamuro.