Benko preme su Spagnolli «Kaufhaus, ora la firma»
Lo scoglio Kaufhaus sulle trattative di giunta: l’imprenditore Benko (foto) ha accettato di prorogare il termine per la firma dell’accordo di programma (scaduto ieri), ma solo per ulteriori 15 giorni: dunque entro il 25 giugno Spagnolli dovrà non solo ottenere la fiducia alla giunta, ma anche sottoscrivere l’intesa con il gruppo Signa. Se non lo farà, è pronta una messa in mora milionaria.
BOLZANO La mina Kaufhaus rischia di far saltare le trattative di giunta. E non si tratta di un fatto solo politico: il duo Benko-Hager ha accettato di prorogare il termine per la firma dell’accordo di programma (scaduto ieri), ma solo per ulteriori 15 giorni: dunque entro il 25 giugno Spagnolli dovrà non solo ottenere la fiducia alla giunta, ma anche sottoscrivere l’intesa con il gruppo Signa (da sottoporre poi al consiglio comunale). Se non lo farà, è pronta una messa in mora milionaria, ma teoricamente il sindaco rischia pure una denuncia per omissione di atti d’ufficio. Per questo Spagnolli sta chiedendo ai suoi giuristi un parere legale che gli consenta di guadagnare almeno un paio di mesi.
Il progetto Kaufhaus, piaccia o no, rimane il macigno principale sulle trattative di giunta. Gli ecosociali chiedono il dietro-front totale sull’operazione, e addirittura la cancellazione della norma (articolo 55 quinquies). La novità politica di questi giorni, però, è che anche l’Svp è ormai fredda sul progetto: la pattuglia benkiana nella lista non è andata bene (solo Anna Pitarelli eletta in consiglio) e sulla scia di Dieter Steger il partito ha fatto capire che lo stop a Benko non è più un tabù. Anche nel Pd pochi paiono disposti a «morire» per il progetto, e il cerino a questo punto resta in mano a Spagnolli: il sindaco da sempre è favorevole all’operazione nel merito, ma soprattutto ha le mani legate dalla procedura di legge.
Secondo i calcoli del gruppo Benko, giusto ieri scadevano i termini per la firma del sindaco sull’accordo di programma. Quest’ultimo prevede la cessione delle aree alla società Signa e il diritto a costruire in cambio di 99,1 milioni destinati al Comune. Dopo un lungo lavoro, la conferenza dei servizi (formata da tecnici comunali e provinciali) ha dato parere favorevole al testo, e pure le ultime osservazioni presentate dal sindaco sono state accolte. A questo punto, Spagnolli non può semplicemente tirarsi indietro e non firmare: l’unico modo legittimo per uscire dall’operazione è portare la delibera in consiglio e bocciarla.
Benko ha concesso una proroga, ma di sole due settimane: la firma è attesa non oltre il 25 giugno, lo stesso giorno in cui scade il tempo per fare la nuova giunta. «Abbiamo già mostrato grande pazienza in passato — spiega Hager —, non possiamo accettare ulteriori ritardi perché la società ne avrebbe un danno economico. Attendiamo ancora la formazione della giunta, non oltre. Che succederà se il sindaco non firma? Vedremo». Hager non dice di più, ma sarebbe già pronta una messa in mora con maxi-richiesta di risarcimento danni (almeno 3 milioni) in capo al sindaco, che rischierebbe pure (legge alla mano) una denuncia per omissione d’atti d’ufficio. Ma dover firmare l’accordo di programma entro il 25 giugno rende quasi impossibile la trattativa con gli ecosociali. Per questo il sindaco ha chiesto al segretario Travaglia e ai giuristi comunali un parere che gli consenta almeno di guadagnare un paio di mesi, e magari nel frattempo organizzare il referendum consultivo. La strada, inutile dirlo, è assai stretta.