Scandalo Fifa, Burzaco si costituisce a Bolzano
Si è consegnato in questura Alejandro Burzaco, (nella foto, a destra )imprenditore argentino con passaporto italiano coinvolto nello scandalo internazionale che ha portato alle dimissioni il presidente della Fifa, Blatter. L’uomo è accusato di riciclaggio. Si trova ai domiciliari.
BOLZANO A fine maggio era sfuggito al blitz disposto in Svizzera dal dipartimento di giustizia statunitense che aveva portato all’arresto di sei funzionari della Fifa «sospettati di aver pagato e accettato tangenti e provvigioni nascoste a delegati della Fifa e ad altri funzionari di organizzazioni affiliate – pari a oltre 100 milioni di dollari». Dopo una breve latitanza, alle 11,30 di ieri mattina Alejandro Burzaco, 51 anni, CEO del gruppo argentino di marketing sportivo Torneos, si è presentato ieri mattina in questura a Bolzano accompagnato dal suo avvocato Roberto Pisano.
Burzaco ha scelto di costituirsi in Italia in quanto è titolare di una doppia cittadinanza italo-argentina. Il suo possesso del passaporto italiano potrebbe quindi ritardare le operazioni di estradizione verso gli Usa. Il suo nome faceva parte della lista di 14 persone obiettivo del blitz dello scorso 27 maggio a Zurigo. Le autorità statunitensi lo ritengono responsabile fra l’altro riciclaggio nell’ambito delle assegnazioni dei diritti televisivi. Come contropartita gli indagati avrebbero ricevuto i diritti di trasmissione, di commercializzazione e di sponsorizzazione di tornei di calcio negli Stati Uniti e nell’America del Sud.
Nei suoi confronti il 1 giugno scorso il magistrato argentino Claudio Bonadio aveva accolto la richiesta del dipartimento di giustizia statunitense di emettere un mandato di cattura internazionale marcato con un segno di «allerta rossa». Burzaco era quindi nella lista dei «most wanted» nell’ambito di questa indagine. Sul sito internet Infobae si legge che l’imprenditore avrebbe concordato con gli agenti dell’Interpol la propria consegna in cambio di informazioni utili a svelare ulteriori dettagli dell’indagine che sta scuotendo il mondo del calcio a livello internazionale.
Insieme agli imprenditori Hugo e Mariano Jinkis, Burzaco è uno dei rappresentanti di imprese che gestiscono diritti di trasmissione del calcio e affari nel campo del marketing sportivo coinvolti nell’indagine che una settimana fa ha portato alle dimissioni del presidente della Fifa Sepp Blatter, dopo il coinvolgimento nell’inchiesta del suo vice Jerome Valcke. Quest’ultimo è accusato di aver autorizzato il trasferimento da 10 milioni di dollari che, secondo l’accusa, sarebbero serviti a assicurarsi i voti per designare il Sud Africa a ospitare i Mondiali del 2010.
A Bolzano la squadra mobile guidata dal dirigente Giuseppe Tricarico ha prima verificato che si trattasse effettivamente del ricercato dal dipartimento statunitense, per poi formalizzarne l’arresto. Burzaco è stato portato nel carcere di via Dante, dove nel primo pomeriggio è stato sentito dal pubblico ministero della Corte d’Appello Manfred Klammer, così come prevede la procedura in caso di esecuzione di mandato di cattura internazionale.
La procura generale dello Stato in cui avviene la costituzione del latitante è infatti competente a valutare il provvedimento di estradizione emesso dalla giustizia statunitense nei confronti dell’imprenditore argentino.
«L’obiettivo del colloquio con il magistrato bolzanino è stato unicamente quello di accertare l’identità della persona in questione e di accertare se c’è il consenso all’estradizione negli Stati Uniti. Burzaco ha dato il proprio consenso generale ad essere estradato» ha spiegato ieri il suo avvocato Roberto Pisano. Per l’estradizione negli Stati Uniti ci vorranno da alcune settimane a qualche mese, nel corso delle quali Burzaco rimarrà agli arresti domiciliari in un alloggio da lui affittato in provincia di Bolzano. Al termine delle formalità in carcere, poco dopo le 15, Burzaco, vestito in denim da capo a piedi, si è allontanato dal carcere di via Dante dirigendosi attraverso via Marconi e piazza Verdi verso l’hotel Greif. In piazza Walther ha incontrato l’altro suo difensore argentino, con il quale si è intrattenuto in un lungo abbraccio prima di avviarsi all’interno dell’albergo. Dopo una breve sosta i tre si sono allontanati dall’albergo sull’auto dell’avvocato milanese.
Dopo la decisione di Burzaco di consegnarsi spontaneamente alle autorità italiane, la concessione degli arresti domiciliari all’indagato rappresentava poco meno che un atto dovuto. «Il fatto che Burzaco si sia consegnato alle autorità fa venir meno l’esigenza cautelare del pericolo di fuga, che giustificava la richiesta della custodia in carcere. Va dato atto che si tratta di un elemento che va indubbiamente a favore dell’accusato» ha spiegato il questore Lucio Carluccio. Burzaco trascorrerà ora in Alto Adige agli arresti domiciliari il periodo che lo separa dall’estradizione. In virtù del suo passaporto italiano, potrebbero trascorrere anche alcuni mesi prima che ciò accada. Una volta negli Stati Uniti Burzaco le domande della magistratura potranno entrare nel merito dell’indagine, che coinvolge complessivamente 47 persone.