PRIMI SCRUTINI SCIOPERANO VENTI INSEGNANTI
Protesta contro la riforma renziana. I sindacati: la mobilitazione continua
Una ventina di insegnanti altoatesini hanno attuato ieri lo sciopero degli scrutini, protesta collegata a quella dello scorso fine settimana contro la riforma del governo Renzi. La sovrintendente Minnei: «I numeri sono molto bassi, situazione sotto controllo».
BOLZANO «Qualche insegnante ha aderito allo sciopero degli scrutini», ha ammesso nervosamente la sovrintendente Nicoletta Minnei.
«I numeri sono però molto bassi, parliamo di meno di una ventina di insegnanti. Non siamo a quota zero ed è giusto parlarne ma la situazione è sotto controllo, tutto sarà fatto in tempo».
Ieri la sovrintendente aveva riferito al Corriere dell’Alto Adige di non aver avuto ancora nessuna notizia di scioperi, mentre la sindacalista della Uil scuola Silvia Cadamuro aveva dichiarato che le risultavano diverse adesioni.
«Il blocco degli scrutini è uno dei tanti modi per segnalare il disagio degli insegnanti di fronte a questo disegno di legge che dovrebbe essere modificato. Ci hanno comunicato adesioni sparse in tutta la provincia. Basta un solo insegnante per classe che sciopera e lo scrutinio salta», spiega Silvia Cadamuro.
Per Stefano Fidenti il basso numero di aderenti al blocco degli scrutini non è indicativo della protesta degli insegnanti: «Nel resto d’Italia la situazione è diversa perché la scuola finisce qualche giorno prima ed è quindi più semplice riorganizzare gli scrutini che in caso di sciopero andrebbero rimandati. L’elevata partecipazione all’assemblea sindacale del 5 giugno dimostra invece il forte interesse degli insegnanti per le ragioni della protesta che noi sosteniamo».
Lo sciopero degli scrutini si può fare soltanto i primi due giorni del calendario fissato da ciascuna scuola. Una eventuale variazione in presenza di uno sciopero già proclamato, si configurerebbe come azione antisindacale.
Ogni docente può scioperare nella prima ora di attività programmata relativa a ciascuno degli scrutini delle classi che lo riguardano nella giornata, escluso se si tratta di classi che hanno esami finali. Infatti le classi terze delle scuole medie e le quinte delle superiori sono escluse dallo sciopero. Con l’adesione anche di un solo docente per ciascun consiglio di classe è possibile impedire l’effettuare degli scrutini di un’intera giornata in tutte le classi.
Le ragioni per cui alcuni insegnanti dell’Alto Adige hanno scelto di dissentire dalla «Buona scuola» prefigurata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal suo governo sono legate soprattutto al «troppo potere decisionale che verrebbe conferito al preside» e al carattere ritenuto troppo manageriale della gestione delle scuole. Temi che sono stati focalizzati anche lo scorso fine settimana in un’assemblea sindacale dei docenti che poi dalla zona scolastica sono sfilati verso il centro sottoforma di coloratissima «catena umana».
In Alto Adige la riforma della scuola voluta da Renzi non trova immediata applicazione, bisogna aspettare delle norme provinciali per attuarla. La Provincia, da parte sua, nicchia sul piano straordinario delle assunzioni, mentre per il potere decisionale che verrebbe dato ai presidi l’assessore Achammer ha già dichiarato di essere interessato.