Latouche: «La crescita è un’illusione»
L’economista alla Lub. Il rettore Lorenz: diffondiamo valori importanti
BOLZANO «La crescita è solo una parentesi della storia: per 30 anni, il cosiddetto trentennio d’oro, è sembrata la soluzione di tutti i problemi. La crescita, invece, solo un’illusione perchè è basata su una triplice limitatezza: crescere all’infinito vuol dire produrre all’infinito, che vuol dire sfruttare le risorse naturali all’infinito per consumare all’infinito».
Successo di pubblico per l’incontro che, ieri pomeriggio, alla Lub di Bressanone, ha visto protagonista l’economista-sociologo-filosofo Serge Latouche, che ha tenuto una lezione aperta al pubblico dal titolo «La crescita è il problema, non la soluzione»: organizzato dal Centro per la pace di Bolzano e dalla Libera Università, l’incontro è stato incentrato sulla necessità vitale di uscire dal mito della crescita che ci sta portando inesorabilmente alla catastrofe.
«Siamo sulla soglia della sesta estinzione della specie umana — ha spiegato Latouche — ma si continua a predicare la religione dello sviluppo e della crescita economica senza accorgersi del suicidio annunciato».
Ad aprire la lezione, il rettore Walter Lorenz, che ha preso parte alla serata insieme a Francesco Comina e a Susanne Elsen: «Si tratta di un’occasione molto importante per noi — ha sottolineato Lorenz — e per tutta la nostra università. Avere come ospite Latouche nella nostra sede rimarca ancora una volta l’ottima collaborazione con il Centro Pace atta a diffondere valori importanti e fonte di ispirazione per i nostri progetti di ricerca».
Latouche, una ventina d’anni fa, scrisse «Il pianeta dei naufraghi», capolavoro che gli diede fama mondiale: immaginava la nave dello sviluppo incagliata fra i fiordi alla deriva come il Titanic. La nave affonda mentre l’orchestra continua a suonare. Gli unici che si salvano sono coloro che abbandonano le danze e tentano una disperata fuga. Oggi la sua visione è peggiorata, dice Latouche.