PROGETTO AREALE TEMPI LUNGHI
Fbk svela il dispositivo Eden. Le tappe: prima le auto, poi le case
Occorre accelerare sul progetto di riqualificazione dell’areale ferroviario: si avvieranno cantieri che possono dare vero ossigeno all’economia locale.
TRENTO M’illumino d’idrogeno. Merito di Eden, (High energy density Mg-based metal hydrides storage system), il prototipo dall’acronimo celestiale che già promette di rivoluzionare il mercato dei consumi mondiali fin dal 2020.
Sì, perché, stando alle previsioni dei ricercatori della Fondazione Bruno Kessler di Trento, capofila dell’innovativo progetto nato dalla genialità di partner accademici e aziendali italiani, spagnoli, tedeschi e olandesi, tra poco meno di cinque anni, la cara vecchia caldaia domestica potrebbe finire in soffitta. A prendere il suo posto, un marchingegno simile per dimensioni ma incredibilmente più efficiente: Eden, appunto.
La sua particolare struttura, a cui lavora da tre anni il team diretto dal professor Luigi Crema, responsabile Fbk dell’unità di ricerca Ares, permetterebbe infatti di utilizzare l’idrogeno come fonte di energia per case e spazi pubblici, recuperandolo e immagazzinandolo direttamente dalle fonti rinnovabili come sole e vento. Non solo: ancora prima, forse già dal prossimo anno (al più tardi dal 2017), il meccanismo potrebbe essere utilizzato per alimentare le automobili. Da almeno un decennio, infatti, si parla dell’idrogeno come di una valida alternativa ai combustibili fossili e quello delle automobili sembra essere uno dei mercati più promettenti. «Ma — spiega Crema — il percorso a oggi è stato estremamente lento e accidentato: tantissimi, infatti, sono i problemi collegati all’uso di idrogeno, primo tra tutti lo stoccaggio, dato che questo gas viene solitamente accumulato in forma liquido ad altissime pressioni».
Ecco, dunque, l’intuizione di Eden: immagazzinare quello che tutti conosciamo come il primo elemento chimico della tavola periodica, l’idrogeno appunto, in un contenitore solido a base di magnesio, molto diffuso in natura. «Otterremo così un dischetto grande quasi quanto un pellet capace di catturare e trattenere gli atomi di gas sulla propria superficie, senza bisogno di ricorrere a recipienti sotto pressione e con una maggiore sicurezza per lo stoccaggio», specifica il ricercatore. In questo modo, dunque, si attiva il sistema di batteria a idrogeno, potendo accumulare in un contenitore da pochi litri, un quantitativo di idrogeno in grado di fornire l’energia necessaria a un’abitazione per ben 24 ore.
Il progetto, che ha beneficiato di un finanziamento europeo di un milione e 524.900, dei quali 521.800 euro assegnati alla Fbk, si prepara ora a volare a Barcellona dove sarà testato sul campo. Nella capitale spagnola, infatti, Eden sarà istallato in un’area verde munita di impianto fotovoltaico cosicché l’energia solare generata durante il giorno possa essere accumulata e riutilizzata nella notte per illuminare l’intera area.