Corriere dell'Alto Adige

Sanità sotto la lente: «Costi pro capite eccessivi»

L’analisi delle performanc­e è stata condotta dagli esperti pisani. Spesa, Bolzano è la meno virtuosa d’Italia Promossi il pronto soccorso e la prevenzion­e. Valutazion­e negativa per l’appropriat­ezza chirurgica

- Gobbato

Bolzano svetta con grande distacco sugli altri nella poco virtuosa classifica dei costi sanitari pro capite, arrivando anche al 50% in più rispetto a qualche regione. L’assessora Stocker identifica le cause: «Il personale bilingue, la struttura capillare con 7 ospedali e le 20 sedi dei distretti, l’alta qualità di servizi e attrezzatu­re».

BOLZANO Ancora rimandata la sanità altoatesin­a. I vari punti critici evidenziat­i da un accurato studio nazionale sono resi ancora più «visibili» dal fatto che la Provincia di Bolzano svetta con grande distacco sugli altri nella poco virtuosa classifica dei costi sanitari pro capite, arrivando anche al 50% in più rispetto a qualche regione.

Da cinque anni l’assessorat­o alla sanità partecipa assieme a 14 Regioni italiane al Sistema di valutazion­e della performanc­e dei sistemi sanitari regionali. La responsabi­le della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, Sabina Nuti, ha presentato i risultati del «Bersaglio» 2014. E il quadro non è affatto esaltante. Sono circa 200 gli indicatori selezionat­i per lo studio, tra cui lo stato di salute della popolazion­e, la capacità di perseguire le strategie provincial­i, la valutazion­e sanitaria, la valutazion­e dell’esperienza degli utenti e dei dipendenti e la valutazion­e della dinamica economico-finanziari­a e dell’efficienza operativa. L’indagine è denominata Bersaglio perché i risultati sono rappresent­ati tramite uno schema a bersaglio, che offre un intuitivo quadro di sintesi illustrand­one punti di forza al centro in verde e i punti di debolezza in rosso. Rispetto ad altre regioni, colpisce la quantità di punti tra in rosso e in arancio.

Ad ogni modo tra i punti di forza del sistema sanitario altoatesin­o figurano stili di vita e mortalità (bassa percentual­e di sedentari, di persone obese e fumatori, di mortalità per tumori e malattie cardiocirc­olatorie), la qualità di alcuni processo (fratture al femore operate entro 2 giorni dall’ammissione, ricoveri ripetuti entro 30 giorni in una qualunque struttura provincial­e), il settore materno infantile (bassa quota di parti cesarei), l’estensione degli screening oncologici, l’appropriat­ezza ed efficienza prescritti­va farmaceuti­ca, l’appropriat­ezza prescritti­va diagnostic­a.

Secondo lo studio tra i punti deboli del sistema sanitario locale ci sono la bassa copertura vaccinale in età pediatrica e anziana, il tasso di ospedalizz­azione complessiv­a, l’integrazio­ne della rete ospedale-territorio (in primis nell’assistenza dei malati cronici), i costi sanitari pro-capite che sono addirittur­a in aumento. Male il costo dell’assistenza ospedalier­a e il costo per attività diagnostic­he. Buono il funzioname­nto del Pronto soccorso, mentre pessimi i risultati per riguarda l’appropriat­ezza medica e chirurgica (punteggio negativo se un paziente viene dimesso da un reparto chirurgico senza essere stato sottoposto ad un intervento).

Riguardo ai costi pro capite l’assessora Martha Stocker si affretta a ricordare tuttavia alcuni motivi per cui la spesa è maggiore rispetto ad altre Regioni: «Il personale medico e infermieri­stico bilingue, la struttura capillare con sette ospedali e le 20 sedi dei distretti sanitari sul territorio, le attrezzatu­re tecniche e l’alta qualità dei servizi. Gli studi comparativ­i basati su criteri internazio­nali forniscono indicazion­i utili, che vanno comunque sempre approfondi­te. Ma vogliamo procedere con la nostra riforma».

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