Odio razziale Bolzanino sotto accusa
BOLZANO Si è aperto ieri in tribunale a Bolzano il processo dibattimentale nei confronti di Andrea Bonazza, consigliere comunale e referente territoriale del movimento della destra sociale Casapound. Il militante è accusato di diffamazione aggravata nei confronti del sindaco Luigi Spagnolli per aver diffuso attraverso il sito della formazione politica e attraverso la pagina Facebook della stessa un’immagine alterata, che ritraeva il sindaco Spagnolli caricaturizzato, con le gote rosse da ubriacone, un fiasco in mano e una frase che recitava «Toglietegli il vino».
L’immagine, è stato ricostruito nel corso dell’udienza di ieri innanzi al giudice monocratico Ivan Perathoner, era stata diffusa dai militanti in rete nel marzo del 2011, quando ferveva il dibattito sulla rimozione del bassorilievo del Duce a cavallo dalla piazza del Tribunale. In concomitanza con una manifestazione di piazza di Casapound e una contestuale contromanifestazione della sinistra in consiglio comunale, il movimento della destra sociale aveva diffuso la caricatura del sindaco. «Si è trattato di un’azione di critica politica» è stata la difesa di Bonazza, ieri presente in aula. L’imputato non ha però voluto sottoporsi all’esame del pubblico ministero Daniela Pol.
In aperta polemica con la decisione del sindaco di procedere in giudizio a testa bassa contro di lui (la diffamazione è procedibile solo su querela di parte, anche se il primo cittadino ha deciso di non costituirsi parte civile nel procedimento) Bonazza si è presentato ieri in aula con un cartello in mano recante la scritta «# je suis Bonazza». All’indomani della strage nella redazione parigina della rivista satirica «Charlie Hebdo» il sindaco aveva ripetuto anche a Bolzano il motto «Je suis Charlie», a difesa della libertà di parola e di critica politica.
«Mi sembra assurdo che quello stesso sindaco che allora difendeva il diritto di satira e di critica sia qui oggi a portare avanti questa causa» ha sottolineato Bonazza, difeso in aula dall’avvocato Alessandro Osler. Chiara e stringata la spiegazione del sindaco: «La figura del sindaco e in generale quella delle istituzioni già non godono di un elevato indice di gradimento presso i cittadini.
La mia querela sta a significare che la figura del sindaco non può essere squalificata in questo modo, così da renderla ulteriormente sottostimata dai cittadini. Difficilmente queste figure potranno recuperare credibilità e stima, se continuano ad essere oggetto di questi frizzi e lazzi. Naturalmente nel mio sporgere querela c’è stata anche una componente personale» ha proseguito Spagnolli, che è stato il primo dei testimoni ascoltati in aula dal pubblico ministero.
A seguire sono comparsi sul banco dei testimoni il dirigente della Digos di Bolzano Giorgio Augusto Porroni, che ha ricostruito le indagini svolte su delega dell’allora pubblico ministero titolare del fascicolo per chiarire l’identità dell’autore e del diffusore dell’immagine satirica, nonché l’esponente dell’ufficio stampa del Comune di Bolzano Michele Pasqualotto. Quest’ultimo ha ricostruito come, negli ultimi mesi del 2011, lo staff del Comune fosse venuto a conoscenza dell’esistenza dell’immagine e di conseguenza sia stata sporta la querela. Al termine dell’esame dei testi il giudice Leitner ha fossato l’udienza per la discussione al prossimo 13 gennaio 2016 alle 13.
Il testimone Spagnolli in aula «Istituzioni già troppo vilipese, non transigiamo»