Murano soccorre il primo cittadino Pitarelli severa
Il consigliere azzurro: prima si cambi la legge. Pitarelli: giunta fantoccio, ribadisco il no
BOLZANO E venne il giorno della verità. Questa sera in consiglio comunale verranno trattate (con discussione unica e votazione separata) le due mozioni di sfiducia presentate rispettivamente da Lega Nord e Movimento Cinquestelle.
Nonostante lo psicodramma interno alla maggioranza, appare improbabile che uno dei due documenti possa passare (la conseguenza sarebbe l’immediata decadenza della giunta e il commissariamento): per l’approvazione serve infatti la maggioranza assoluta del consiglio (23 sì, a prescindere dai presenti). Considerando che i rapporti di forza sono di 24 seggi a 21 per la maggioranza, per mandare a casa sindaco e assessori almeno due membri della coalizione di governo dovrebbero votare sì. Ma i segnali di dissenso dovrebbero limitarsi a qualche assenza, segnale politico privo di conseguenze.
Oltretutto l’opposizione non sarà compatta. Al netto dei dubbi manifestati da Luigi Schiatti (che non vuole votare la mozione della Lega dopo le foto con le magliette irredentiste), scoppia il caso di Franco Murano. L’esponente di Forza Italia annuncia il suo dissenso. «La sfiducia? Io in aula ci sarò —spiega Murano —, però valuterò in coscienza come votare. E non credo che appoggerò la mozione di sfiducia». Come mai? «Perché è una cosa inutile — risponde Murano —. Se oggi cadesse la giunta, si andrebbe a rivotare con la stessa legge elettorale di prima, col rischio di ricreare una situazione di ingovernabilità. Non ha senso tornare alle urne senza prima aver cambiato la norma. Oltretutto ci aspetterebbe un lungo commissariamento, e non trovo giusto che un uomo solo al comando decida per l’intera città». Murano si esporrà inevitabilmente all’accusa di fare da stampella a Spagnolli. «Macché stampella — ribatte —. Io voglio fare opposizione, ma costruttiva. Su alcuni temi si potrebbe anche collaborare, pur nel rispetto dei diversi ruoli, per sbloccare questa città».
In compenso l’ex svp Anna Pitarelli ribadisce il suo nein. «Con il mio no alla giunta di quattro mesi fa — scrive la pasionaria benkiana —, mettendo a rischio la mia persona con le serie conseguenze che sto ancora portando, avevo già previsto che con l’alleanza con la sinistra la città si sarebbe ritrovata in una situazione di immobilismo e ricatti. Così è stato. I bolzanini si meritano chiarezza sul futuro della città e per questo motivo, per coerenza e lealtà, il sindaco e la sua giunta fantoccio si meritano nuovamente la mia sfiducia».