Fondo vitalizi, bloccati i progetti sociali
«Ostacoli contabili». Consiglio, rinviato il parere sugli enti locali alle Provincie
TRENTO «Sulle scelte siamo politicamente tutti d’accordo, il problema è solo contabile». Così l’assessore regionale Violetta Plotegher ha spiegato ieri il rinvio dell’assegnazione del «fondo vitalizi» a progetti di sostegno di famiglie e occupazione.
Nel merito, pare che la maggioranza sia d’accordo: i moltissimi progetti privati presentati dovranno aspettare. Con i soldi derivanti dal recupero di parte delle «liquidazioni d’oro» erogate agli ex consiglieri con l’infelice legge del 2012 («corretta» in questa legislatura) si finanzieranno, per il momento, solo progetti pubblici. La giunta, però, si sarebbe scontrata con difficoltà burocratiche derivanti dalle nuove normative in materia di armonizzazione dei bilanci pubblici, che impongono criteri omogenei e non prevedono, ad esempio, avanzi di spesa. La particolarità del fondo sarebbe di difficile armonizzazione. Le difficoltà tecniche, fanno però sapere dalla giunta, dovrebbero essere superate «entro un mese, un mese e mezzo al massimo».
Intanto, in aula, il consiglio regionale si è confrontato e scontrato ancora una volta sul parere che la Regione dovrebbe esprimere circa il disegno di legge Zeller che attribuisce alle Province e non più alla Regione la competenza sugli enti locali. Il parere viene costantemente rinviato perché la maggioranza non ha una posizione comune. La Svp sarebbe favorevole, i trentini contrari. Sommando il voto degli italiani, quindi, il parere sarebbe probabilmente negativo. Per trovare una mediazione, Ugo Rossi era riuscito a far approvare a giugno dall’intera maggioranza una mozione in cui il passaggio di competenze è rinviato a una più generale manutenzione dello Statuto. Il passaggio, per inciso, è contenuto anche nel documento predisposto nell’inverno scorso dai gruppi di lavoro incaricati di elaborare una proposta di modifica dello Statuto, quello che Rossi ha recentemente definito «un patrimonio da cui attingere». Le minoranze hanno poi chiesto e ottenuto la consegna del famoso «memorandum» consegnato a Matteo Renzi la scorsa primavera: un semplice elenco di punti per il rafforzamento dell’autonomia più volte pubblicato sui giornali. Discusse e votate diverse altre mozioni. Tra le altre una (Borga) contro l’utilizzo di latte in polvere (approvata), un’altra (Dello Sbarba) per l’inserimento in A22 del sistema Tutor (bocciata). Da segnalare anche il battibecco tra Rossi e l’assessora Sara Ferrari. Di fronte all’indisponibilità del presidente ad ascoltarla, Ferrari ha lasciato l’aula chiaramente irritata. Borga, che stava parlando, si è interrotto e ha quindi ironizzato sull’accaduto innescando la reazione irata di Rossi che lo ha invitato a proseguire, e la conseguente discussione su chi debba dare o togliere la parola in aula.