Areale, tempi troppo lunghi Diamo ossigeno alle imprese
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Se guardiamo all’etimologia della parola areale, scopriamo che è formata dal sostantivo «area», nei suoi vari significati, con il suffisso «-ale», nel significato di «essere in relazione con». Proprio questa parte finale dell’ «essere in relazione con...» ci deve far riflettere dopo le ultime dichiarazioni del sindaco di Bolzano in merito all’Areale ferroviario. Luigi Spagnolli ha affermato, infatti, che i lavori relativi all’ormai famoso Areale non partiranno prima del 2030. Insomma, quindici anni in cui continueremo a vedere binari vuoti, spazi inutilizzati, ma soprattutto continueremo a rimandare altri investimenti nella città, procrastinando ogni sviluppo legato ai lavori dell’Areale.
Fosse vero che solo tra 15, forse 20 anni si avrà il famoso cantiere da decine e decine di milioni di euro, e se nel frattempo non partiremo con risanamenti edili utili non solo a chi lavora ma anche e soprattutto all’ambiente in cui viviamo, e se qualche privato continuerà a essere parzialmente bloccato per iniziative che possono avere ricaduta economica positiva su Bolzano, allora è quasi automatico pensare che nei prossimi due decenni l’economia della città soffrirà ancora come e più di quanto non stia patendo adesso. Intanto, però, avremo speso fior di soldi pubblici per attivare progettazioni, concorsi, masterplan di ogni genere che rischieranno di essere unicamente dei bellissimi quadri da appendere a ricordo di quanto si voleva fare. Sì, perché fra 15-20 anni la situazione attuale, locale, nazionale, internazionale avrà subito tali e tanti mutamenti che pensare di poter trattenere il fiato fino ad allora è impensabile e l’Areale perderebbe il suo significato di essere in qualche modo in relazione con la città.
Possiamo certamente anche pensare di rivedere completamente il concetto di sviluppo della nostra città. Nel frattempo, però, non possiamo non scegliere, ma dobbiamo invece spingere perché ogni idea che sia accompagnata da finanziamenti certi possa trovare spazio nello sviluppo urbano del capoluogo. Domande da farci ne abbiamo molte, ma è comunque meglio provare a chiarirci subito le idee e darci velocemente delle risposte, per passare al piano «B» in tempi compatibili con i bisogni della comunità.
È comunque bene ricordare a tutti che anche le nostre imprese fanno parte della comunità: non possono da una parte essere puntuali e precise nel pagare ogni forma di tributo fiscale e, dall’altra, dover attendere tempi esageratamente lunghi per avviare i cantieri che possono dare vero ossigeno all’economia locale. Inventiamoci allora un nuovo Areale, cioè quello dei risanamenti, delle ristrutturazioni, della viabilità, insomma delle opere che mettono realmente «in relazione» la città con l’economia reale, offrendo sostenibilità e sviluppo.