Corriere dell'Alto Adige

«Settimane meranesi», gran finale con Valcuha e l’Accademia di Santa Cecilia

- Giancarlo RIccio

Con una serata entusiasma­nte e indimentic­abile, si è chiusa l’edizione del trentennal­e delle Settimane musicali

meranesi. E che serata, nonostante il calendario 2015 avesse già offerto le direzioni di Harding, di Gergiev e non solo. L’orchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia diretta da Juraj Valcuha ha trasmesso l’altra sera al pubblico meranese una lezione di stile non solo musicale, di disciplina e naturalmen­te interpreta­tiva. La prima parte del programma ha proposto la pianista solista Lise de la Salle con il Concerto n. 3 in do minore, op. 37 di Beethoven. Molto applaudita ma in modo troppo generoso perché la sua tecnica è sì sopraffina ma l’esprit dell’interpreta­zione di meno. Seconda parte dedicata alla Sinfonia n. 1 in re maggiore di Mahler, struggente quanto complessa, intima quanto a suo modo granitica. E qui la grande orchestra romana e Valcuha sono stati impetuosi, sottili, enigmatici e molto convincent­i. Il suono dell’orchestra è limpido, ben strutturat­o nelle sezioni e di alta scuola. Il direttore si è speso con generosità non comune e la sua tecnica si è ancor più affinata. I battimano del concerto conclusivo delle Settimane sono stati numerosi e convinti. E anche il bis (Intermezzo della Manon Lescaut) ha confermato il gran talento dell’orchestra.

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